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Un anno dalla scomparsa di Sara Pedri, la famiglia: "Pianteremo un albero per te"

Sara Pedri

Oggi, 4 marzo, è trascorso un anno esatto dalla scomparsa di Sara Pedri. La sua famiglia ha organizzato alcune iniziative per ricordarla.

Oggi, 4 marzo, è trascorso un anno esatto dalla scomparsa di Sara Pedri. La sua famiglia ha organizzato alcune iniziative per ricordarla.

Un anno dalla scomparsa di Sara Pedri: le iniziative

La famiglia di Sara Pedri, la ginecologa scomparsa un anno fa nei pressi di Cles, in Val di Non, ha organizzato diverse iniziative per ricordarla, tra cui una veglia di dodici ore presso la Chiesa di Villanova di Forlì. La famiglia della donna non ha mai smesso di battersi per ottenere giustizia e per sapere cosa è accaduto realmente a Sara. Secondo le testimonianze è stata vittima di episodi di mobbing molto pesanti, nel reparto di ginecologia della struttura ospedaliera in cui lavorava, il Santa Chiara di Trento. “È un momento importante per noi, sia per ricordare Sara che per ribadire attraverso le nostre preghiere che quello che è successo a lei non deve accadere più” ha spiegato la sorella Emanuela Pedri. Un’altra iniziativa si svolgerà domenica 6 marzo al parco urbano di Forlì, dove verrà piantato un albero di Liquidambar, dalle foglie rosse come i capelli di Sara, e una targa in sua memoria. “Chi si soffermerà su questa targa, dovrà pensare a una ragazza che ha sempre amato la vita in tutte le sue sfumature e che era entusiasta del suo lavoro” ha spiegato la famiglia.

Dalle 6 di questa mattina, ora della scomparsa della giovane, dodici persone si alterneranno per pregare per lei, fino alle 18, ora dell’interruzione del primo giorno di ricerche. Alle 18.30, nella chiesa della Cava Santa Maria Ausiliatrice, il vescovo Livio Corazza celebrerà la messa. “Leggendo le trascrizioni delle testimonianze insieme a mia mamma sono arrivata alla conclusione che le udienze avvenute e quelle che seguiranno dovrebbero svolgersi a porte aperte, con la piena partecipazione del Ministro del Lavoro, di tutti i sindacati d’Italia, dell’azienda sanitaria e della politica, perché si possa capire attraverso le testimonianze sofferte dei medici come il mobbing subìto riduca l’essere umano, ‘come dei morti che camminano’ (così più di una volta si è definita la nostra bellissima Sara)” ha spiegato Emanuela.

Le testimonianze delle violenze

Ci sono molte testimonianze che riguardano le violenze in ospedale. “In quell’ambiente il mobbing era all’ordine del giorno ed essere minacciati, vessati, sviliti, isolati e considerati degli incapaci, era diventata la normalità a tal punto da definire qualche schiaffetto nelle mani come un comportamento normale” hanno spiegato i colleghi. Questi atteggiamenti sarebbero stati distruttivi per Sara Pedri, che da ragazza solare si era trasformata in una persona cupa e depressa. La Procura di Trento ha individuato 21 persone offese. “Ci sono medici traumatizzati ancora oggi dal 2018, medici che hanno più volte chiesto aiuto e protezione, ma senza mai ricevere risposta. Non è mai successo nulla! C’è voluto il gesto estremo di mia sorella e, al sol pensarlo, mi vengono i brividi e sento un dolore fisico che non mi abbandona” ha dichiarato la sorella. Il primario del Santa Chiara, Saverio Tateo, e la sua assistente Liliana Mereu, sono stati licenziati. “Noi non cerchiamo vendetta, vogliamo solo che si arrivi a capire come il mobbing può ridurre una persona fino al punto di desiderare di scomparire e che si agisca tempestivamente perché quanto successo, non si possa più ripetere” ha aggiunto Emanuela.

Le ricerche

Domenica 6 marzo la famiglia di Sara pianterà un albero dalle foglie rosse per lei. “Piantare un albero significa amare la vita, amare la natura, amare l’infinito, come hai amato tu, Sara” ha dichiarato la mamma Mirella. “Anche quando nella nostra vita è scoppiato un uragano di dolore, da questo dolore è nato un seme e poi un albero, poi un altro seme e un albero. Così all’infinito. Ogni creatura è un essere finito che porta dentro di sé il desiderio dell’infinito. Voglio dire che Sara è vita perché è un albero e poi un seme e poi un albero. Sara è la vostra vita, la nostra vita, la mia vita” ha aggiunto la donna. Con l’arrivo della primavera ricominceranno le ricerche del corpo di Sara presso il lago di Santa Giustina, che è stato setacciato diverse volte. Presto potrebbe esserci una svolta.