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Un dipinto attribuito a Rembrandt ritrovato per caso a Roma

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Roma, 22 giu. (askanews) - A Villa Medici, sede dell'Accademia di Francia a Roma, esperti e studiosi si sono incontrati per parlare di un dipinto attribuito a Rembrandt, considerato perduto e mai mostrato in pubblico finora: l'opera di grande pregio al centro del simposio "Rembrandt: individuare ...

Roma, 22 giu. (askanews) – A Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma, esperti e studiosi si sono incontrati per parlare di un dipinto attribuito a Rembrandt, considerato perduto e mai mostrato in pubblico finora: l’opera di grande pregio al centro del simposio “Rembrandt: individuare il prototipo, vedere l’invisibile” – organizzato da Fondazione Patrimonio Italia – è un meraviglioso dipinto a olio su carta applicata su tela, eseguito nel 1632-33 e che ha come soggetto “L’Adorazione dei Magi”.

Il prototipo di questo dipinto sarebbe sopravvissuto – secondo gli studiosi di Rembrandt – solo attraverso copie, le più note delle quali sono custodite a San Pietroburgo e a Goeteborg.

Marco Mascolo, storico dell’arte e autore di “Rembrandt un artista nell’Europa del Seicento”: “L’opera si trova tuttora in una collezione privata, è stata restaurata ed è emersa una grande qualità dell’opera che ha spinto i proprietari a restaurarla, indagarla e a svolgere una serie di analisi tecnico-scientifiche”.

“Chiaramente questo è il primo passo di un lavoro che continua, è in progress, e che auspicabilmente porterà a una sempre maggiore comprensione risptto a quest’opera. Però la certezza ancora non c’è”.

La storica dell’Arte e docente di Storia dell’Arte fiamminga e olandese all’Università degli Studi di Urbino Francesca Bottacin:

“Il quadro è molto promettente perché viene da una collezione importante con un’ascendenza olandese nel ‘700, quindi insomma, ci sono dei punti di forza: un’alta qualità”, ha spiegato.

La tecnica rarissima, ma tipica del maestro olandese negli anni ’30 del ‘600, con cui l’opera è stata realizzata, le sue dimensioni (54×44,5 cm), le stesse di una serie di incisioni di Rembrandt relative alla Vita e alla Passione di Cristo, sono alcuni degli elementi che ne sostengono con forza l’attribuzione.

Gli “sketch” quasi invisibili nel dipinto ad occhio nudo sono stati portati alla luce dalle analisi con tecnologie a Radiazione infrarossa (IR) nei laboratori del Museo Arte e Scienza di Milano, come ci spiega il suo direttore, Peter Matthaes:

“L’analisi riflettografica è quella che ha messo in evidenza soprattutto il disegno sottostante e ha emozionato e stupito perché lì sì è emersa la qualità di questo tratto che sicuramente non può essere attribuito a un artista qualunque, è sicuramente il tratto di una mano di un maestro”.

L’incontro a Villa Medici è il primo appuntamento del progetto “Discovering Masterpiece”, iniziativa della Fondazione Patrimonio Italia (FPI). Il presidente dell’ente non-profit Guido Talarico:

“Questo è un simposio che va a certificare un lavoro fatto in sei anni su un Rembrandt ritrovato a Roma, ma è anche la storia di Fondazione Patrimonio Italia, una fondazione che presentiamo oggi e che nasce proprio per tutelare, incoraggiare e sostenere il patrimonio pubblico e privato italiano”.

Servizio di Stefania Cuccato

Montaggio Claudia Berardicurti

Immagini askanews