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Un festival artistico radicale per la ripartenza di Milano

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Milano, 14 giu. (askanews) - Un festival artistico, dedicato a danza musica, teatro e satira, per segnare il bisogno di una nuova radicalità e di una vera ripartenza. La Fondazione Feltrinelli a Milano ha presentato "Welcome to Socotra", in programma dall'11 giugno al 24 luglio. Ma che cos'è Soc...

Milano, 14 giu. (askanews) – Un festival artistico, dedicato a danza musica, teatro e satira, per segnare il bisogno di una nuova radicalità e di una vera ripartenza. La Fondazione Feltrinelli a Milano ha presentato “Welcome to Socotra”, in programma dall’11 giugno al 24 luglio. Ma che cos’è Socotra?

“Socotra – Ha spiegato ad askanews il direttore della Fondazione, Massimiliano Tarantino – è un’isola resistente, sta in un pezzo di mondo solcato dai pirati, sovrastato dagli aerei che fanno la guerra tra l’Arabia Saudita e lo Yemen, ma in realtà è l’isola biodiversa più felice e più sostenibile del pianeta. E’ l’isola dove crescono più specie endemiche rispetto a qualunque altro luogo nel mondo. Significa che quel pezzo di pace, quel passo di paradiso ha trovato un ecosistema, nonostante ciò che sta attorno, nonostante il contesto. E’ questo il messaggio: noi abbiamo una serie di crisi, che chiamiamo economiche o sociali, ma in realtà dobbiamo tendere a una nostra personale sostenibilità e a questo servono anche l’arte e la cultura”.

Il festival prevede sette weekend e sette parole chiave (We Women, Acqua, Terre, Volti, Corpi, Pop, Festa) e oltre 50 appuntamenti con artisti italiani e internazionali, produzioni teatrali originali di Fondazione, arti visive, spettacoli di danza in anteprima assoluta, teatro, incontri dal vivo e dibattiti. Partner della Fondazione Feltrinelli per questa prima edizione del festival è lo Swatch Art Peace Hotel, il progetto di residenza artistica di Shanghai, rappresentato dal CEO Carlo Giordanetti. “Quando abbiamo sentito che la Fondazione Feltrinelli pianificava un festival dedicato all’inclusività, alla diversità e all’apertura sotto tutti i punti di vista – ci ha raccontato – ci è sembrato che fossero dei valori che Swatch non poteva che abbracciare. E in questo senso lo Swatch Art Peace Hotel rappresenta proprio fisicamente quella missione di apertura e incisività, di cui siamo siamo portatori fin dall’inizio, ma che attraverso il lavoro con gli artisti trova la sua espressione più completa”.

E i valori che ispirano il progetto di Swatch si traducono, nel festival milanese, nella presenza degli artisti che hanno preso parte alle residenze. “Ci sono le opere di sei artisti diversi – ha aggiunto Giordanetti – una è un’installazione che durerà per tutto il festival e invece altri cinque si esprimeranno in diverse sezioni del festival con i loro lavori in video”.

In particolare l’installazione principale è affidata a Cecilia Jansson, con le “Jinmai Series”, dedicata ai lavoratori di una tipografia cinese che utilizza un materiale tipico della tradizione come la seta. In un gioco tra il soggetto e l’oggetto della ricerca artistica che sembra rispecchiare in pieno la filosofia di “Welcome to Socotra”, orientata a sostenere un pensiero radicale e complesso, proprio come opposizione agli slogan e alle contrapposizioni urlate.