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Un funambolo a Milano: Andrea Loreni nel cielo per BAM Circus

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Milano, 25 mag. (askanews) - Due dei grattacieli simbolo di Milano: il Bosco verticale e la Torre Unicredit. Un filo teso nel vuoto tra essi e un uomo, un funambolo che lo attraverserà. Il 26 maggio Andrea Loreni camminerà a 140 metri di altezza in una nuova tappa del suo percorso che lo ha por...

Milano, 25 mag. (askanews) – Due dei grattacieli simbolo di Milano: il Bosco verticale e la Torre Unicredit. Un filo teso nel vuoto tra essi e un uomo, un funambolo che lo attraverserà. Il 26 maggio Andrea Loreni camminerà a 140 metri di altezza in una nuova tappa del suo percorso che lo ha portato a essere l’unico funambolo italiano specializzato in traversate a grandi altezze.

“Tecnicamente – ha raccontato ad askanews l’artista torinese – si cammina su un cavo, che in fondo non è un gesto commesso, in un certo senso, è camminare. D’altra parte però c’è la necessità, almeno questo è il mio modo di essere funambolo, di farsi carico del rischio. Ma non solo il rischio di essere sul cavo, è il rischio dell’esistenza, non è una roulette russa. Si tratta della parte di rischio che abbiamo nella vita di tutti i giorni, solo che lì è molto esplicito, non puoi fare finta che non ci sia, non puoi evitarlo. Quindi devi scegliere di fartene carico e

camminarci in mezzo”.

La performance di Loreni inaugura la seconda edizione di BAM Circus – il Festival delle Meraviglie al Parco, che si tiene a Milano alla Biblioteca degli alberi della Fondazione Riccardo Catella fino al 28 maggio. A presentarcelo Francesca Colombo, direttore generale culturale di BAM: “Una tre giorni di teatro di strada contemporaneo: circo, performance, laboratori, momenti di attività wellness, tutti pensati per risvegliare il senso di meraviglia e le emozioni di meraviglia che c’è in ognuno di noi”.

Una meraviglia che passa attraverso il fascino colorato delle suggestioni creative del circo e dell’arte di strada, ma che viene catalizzata soprattutto da quell’uomo sospeso su un filo, che in fondo riguarda tutti noi che cerchiamo ogni giorno degli appigli per affrontare la vita.

“Quando vedo gli spazi vuoti, come quando sono salito per la prima volta sui grattacieli e ho guardato dall’altra parte – ha concluso Loreni – è spaventoso. Un cavo mi mette una piccola strada, una piccola sicurezza; molto piccola, ma è una via, dopodiché in verità il cavo è uno specchio”.

Uno specchio perché è il corpo del funambolo, il suo essere lì, a modificare le condizioni. Ma uno specchio anche perché certifica una presenza, un modo possibile di stare nel mondo.