C’è un tipo di Long Covid per ogni variante, lo studio italiano che lo dimostra curato dall’Università di Firenze ed ospedale di Careggi verrà presentato ad aprile in Portogallo, a Lisbona, all’Eccmid, il Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive. I risultati sono vasti e fra essi primeggia il dato per cui le vittime “preferite” del Long Covid sono le donne.
Un Long Covid per ogni variante
E non è finita; chi ha il diabete di tipo 2 è meno a rischio di decorsi lunghi e severi di quella che ormai è considerata una sindrome a sé stante. Il team del professor Michele Spinicci è partito da un dato clinico: oltre la metà dei sopravvissuti al coronavirus sperimenta sequele nella fase post acuta di Covid. E il Long Covid è ecumenico e “democratico” perché colpisce chiunque: anziani e giovani, sani e con malattie preesistenti.
Cosa è emerso dallo studio su 428 pazienti
Lo studio di osservazione condotto tra giugno 2020 e giugno 2021 ha coinvolto 428 pazienti, di cui 254 (59%) uomini e 174 (41%) donne. In quel periodo circolavano ceppo originario e variante Alfa. Di essi 325 su 428, il 76%, hanno riportato almeno un sintomo persistente. Quali? Mancanza di respiro (37%) e affaticamento cronico (36%), poi problemi di sonno (16%), problemi visivi (13%) e nebbia cerebrale (13%). E chi aveva avuto il covid severo con somministrazione di di farmaci immunosoppressori come tocilizumab, aveva 6 volte più probabilità di riportare sintomi di Long Covid.