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Una fotografa afghana: non so se domani sarò ancora viva

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Milano, 7 lug. (askanews) –

07/07 05.49 ‘Every day feels like the last’: Afghan woman photographer under threat Red RAID:Ingest:Afp:20210707_afp07584876.xml 20210707afp_07584876.xml Afp 20210707T054955+0000 07:58

***fai vedere inizio feed, quando lei parla dal podio, falla sentire 10 sec poi subentro io***

Rada Akbar, fotografa afghana, con la sua arte, con le immagini e le parole denuncia il rischio che ora corrono lei e chi la pensa come lei. La 33enne afferma di avere poche speranze per il futuro, ma la sua creatività resta di una forza dirompente in un Paese dove le donne emancipate sono un bersaglio. E lei, donna single in Afghanistan, che ha vissuto da sola per dieci anni in un appartamento di Kabul, non tace.

In questa carrellata, pubblicata l’8 marzo 2021 per la sua mostra annuale Abarzanan (Superwomen), tenutasi per la Giornata internazionale della donna, Rada racconta l’ondata di omicidi mirati contro donne, giornalisti e società civile, proprio mentre il contingente occidentale ha lasciato il Paese.

“È molto difficile mantenere viva la speranza – dice – in questo momento. Se voglio essere realista, purtroppo, tutto è molto incerto. E non vedo nessun buon futuro, né per me, né per altri che la pensano come me”.

Ormai tutte le forze statunitensi e della NATO non sono più di stanza alla base aerea di Bagram vicino a Kabul – il centro di comando per le operazioni anti-talebane – concludendo di fatto la loro uscita dopo 20 anni di coinvolgimento militare in Afghanistan. Proprio mentre i militanti stanno conducendo un’offensiva bruciante contro le forze afgane, dopo che i colloqui di pace tra le parti in guerra si sono interrotti.

“Non so cosa accadrà. Non so quale sarà il futuro. Non so se mai sarò ancora viva per vedere il futuro”.

Ma trova “irrispettoso” che la comunità internazionale affermi di essere dietro l’emancipazione femminile in Afghanistan, ed è frustrata dal fatto che una donna afghana moderna sia spesso valutata in base al fatto che sappia parlare inglese e che indossi o meno abiti occidentali.

“La storia delle donne afghane non è iniziata dopo il 2001”, dice dell’arrivo del contingente guidato dagli Stati Uniti che ha rovesciato i talebani. “Abbiamo un passato lungo e ricco al quale le donne hanno sempre contribuito”.