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Università: occupazione laureati a 87,7%, da informatica a Ict cosa scegliere/Adnkronos (2)

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(Adnkronos) - "I laureati godono di vantaggi occupazionali importanti rispetto ai diplomati di scuola secondaria di secondo grado durante l’arco della vita lavorativa: secondo la più recente documentazione Istat, nel 2020 il tasso di occupazione della fascia d’età 20-6...

(Adnkronos) – "I laureati godono di vantaggi occupazionali importanti rispetto ai diplomati di scuola secondaria di secondo grado durante l’arco della vita lavorativa: secondo la più recente documentazione Istat, nel 2020 il tasso di occupazione della fascia d’età 20-64 è pari al 78,0% tra i laureati, rispetto al 65,1% di chi è in possesso di un diploma. Inoltre, la documentazione più recente Oecd a disposizione evidenzia che, nel 2018, un laureato guadagnava il 37,0% in più rispetto ad un diplomato di scuola secondaria di secondo grado" sottolineano gli analisti di Almalaurea.

Forse anche per questo il Rapporto 2021 di Almalaurea evidenzia che il 66,5% dei laureati di primo livello, dopo il conseguimento del titolo, decide di proseguire il percorso formativo iscrivendosi a un corso di secondo livello, una quota che il consorzio ha rivisto in aumento nell’ultimo anno. Nel confronto con le precedenti rilevazioni di AlmaLaurea si deve tener conto, avvertono gli analisti del consorzio, "delle recenti tendenze del mercato del lavoro, fortemente influenzate dall’emergenza sanitaria da Covid-19 che, a partire dai primi mesi del 2020, ha investito anche il nostro Paese impattando sulle opportunità occupazionali della maggior parte dei laureati".

Rispetto a quanto osservato nella precedente rilevazione, infatti, nel 2020 il tasso di occupazione è diminuito di 4,9 punti percentuali per i laureati di primo livello e di 3,6 punti per quelli di secondo livello. In termini di tasso di occupazione, la pandemia sembra aver colpito soprattutto le donne e le aree del Centro-Nord. Ma uno dei temi strategici ancora aperti nel nostro Paese, infine, é come trattenere in Italia i nostri 'cervelli eccellenti'. Nel 2020 la disponibilità a lavorare all’estero è infatti dichiarata dal 45,8% dei laureati, in crescita rispetto al 2010 quando a voler andare all'estero era il 42% dei nostri laureati anche se, dopo un periodo di aumento durato fino al 2015 – anno in cui la percentuale ha oltrepassato il 50% – negli anni più recenti si è registrata un’apprezzabile contrazione. (di Andreana d'Aquino)