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Università, ecco come un ricercatore ha incastrato i baroni

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Ecco come un ricercatore è riuscito ad incastrare i baroni, facendo partire l'inchiesta che ha travolto un intero settore scientifico di Giurisprudenza.

Philip Laroma Jezzi è il ricercatore che è riuscito ad incastrare i baroni, facendo partire l’inchiesta che ha travolto un intero settore scientifico di Giurisprudenza. E lo ha fatto registrando le conversazioni di una delle persone coinvolte direttamente nella vicenda.

Università, ecco come i baroni sono stati incastrati dal ricercatore

Un intero settore scientifico di Giurisprudenza è stato travolto da una inchiesta che è stata fatta partire dalla denuncia un ricercatore, Philip Laroma Jezzi. Ma andiamo con ordine e spieghiamo nel dettaglio la vicenda.

Il ricercatore ha denunciato un avvocato, Pasquale Russo, che è un tributarista che si è opposto alla strada segnata per lui e per tanti suoi colleghi.

Russo è stato in particolar modo incastrato da una registrazione effettuata nel marzo del 2013 dallo stesso Laroma Jezzi, nel quale si può sentire esplicitamente l’avvocato spiegare il motivo per cui il ricercatore fosse stato escluso dal concorso: “Con che criterio sei stato escluso dal concorso? Col vile criterio del commercio dei posti. Non è che tu non sei idoneo, è che non rientri nel patto del mutuando“.

Il problema è che Russo non sapeva che le sue parole in quel momento erano registrate dal ricercatore, il quale non solo ha registrato due conversazioni fondamentali ma ha anche tenuto costantemente informati procura e Guardia di finanza su quello che avviene all’università, su bandi e concorsi.

Laroma Jezzi il 22 novembre 2012 presenta la domanda per l’abilitazione sia a professore associato che ordinario. Il 21 marzo 2013 Russo lo chiama nel suo studio e cerca di convincerlo a ritirarsi dalla corsa dell’abilitazione, in quanto i vincitori sono già stati decisi e far passare lui potrebbe metterli in difficoltà quando ci saranno i concorsi.

Il professore sa che quello che sta chiedendo è qualcosa di pesante, ma quando il ricercatore minaccia di fare un esposto, aggiunge: “Come si fa ad accettare una cosa simile? Tu non puoi non accettare. Che fai, ricorso? Però così ti giochi la carriera. Qui non siamo sul piano del merito Philip. Smetti di fare l’inglese e fai l’italiano. È stata fatta una lista e tu non ci sei“.

Il ricercatore non ritira la domanda e nel dicembre 2013 come previsto viene bocciato. Ma poi decide di fare ricorso al Tar e vince. Ora, infatti, è abilitato come associato.

Le parole del commissario che ha bocciato il ricercatore

Oltre alla prima registrazione, il ricercatore ne ha effettuata anche un’altra, nel gennaio del 2014. In questa circostanza, oltre a Russo, Laroma Jezzi incontra Guglielmo Fransoni, uno dei commissari che l’hanno bocciato, nonché socio di studio dello stesso Russo.

I due spiegano al ricercatore che un potente professore fiorentino, Roberto Cordeiro Guerra, è contro di lui perché vuole fargli passare avanti un suo discepolo a una nuova selezione. Nella registrazione, infatti, si può sentire Fransoni dire: “Io non ho capito la tua scelta di restare dopo che ti era stato dato il messaggio di ritirarti. Cioè se uno ti dà il messaggio il motivo c’era, una consapevolezza di com’era orientata la commissione”.