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Uomo in mare: tra i protagonisti Marco D'Amore di Gomorra

Marco D'Amore

“Uomo in mare”il corto  diretto da Emanuele Palamara, il corto che ha come protagonista Marco D'Amore. Una produzione partenopea quella del corto prodotto dalla Bro Company e da CinemaFiction Napoli. Un corto che narra  la storia di Marco ( che è interpretato da Marco D’Amore), Marco che ...

“Uomo in mare”il corto diretto da Emanuele Palamara, il corto che ha come protagonista Marco D’Amore.

Una produzione partenopea quella del corto prodotto dalla Bro Company e da CinemaFiction Napoli. Un corto che narra la storia di Marco ( che è interpretato da Marco D’Amore), Marco che è un testimone di giustizia, un testimone abbandonato sia dallo stato che dalla famiglia, un testimone che vive una grande crisi familiare.

Uomo in mare, un corto girato al Parco Saraceno di Castel Volturno, corto con un cast speciale, con Fabio Balsamo, Lavinia Guglielman e con il piccolo, dolce e sveglio Antonio Sepe.

Il cortometraggio ( che è già il terzo diretto da Emanuele Palmara) verrà distribuito da EleNfanT Distribution, la casa di Bologna.

Il protagonista Marco D’amore, dopo essere stato un boss in Gomorra, si trova ora nei panni di un testimone di giustizia. Un uomo che vive una vita di paura, che vive una vita di reclusione, un uomo che ” fa della sua vita una scelta molto difficile ma anche molto dignitosa, quindi il fatto che potessi chiamarmi con il nome di un uomo del genere mi riempie di orgoglio. “, come racconta Marco D’Amore. Marco D’amore, un uomo attento e sensibile, un attore ma anche una persona che sente le problematiche della nostra società e che vive il suo lavoro come una vera missione, che si cala nella parte a tal punto da sentirne le sofferenze e da comprenderne le verità. Marco D’Amore, un vero uomo che non ama solo giocare come pensano gli stranieri del suo lavoro, ma che installa dei rapporti umani sia con i suoi colleghi che con le storie che deve ripercorrere. Marco, direi un paladino degli anni di oggi, un attore che sente, rielabora e che trasmette, un attore che non solo interpreta ma che vive intensamente e che poi soprattutto racconta.

Marco che parlando del corto Uomo in mare, racconta.

“Questo è un paese che secondo me sforna progetti bellissimi ogni anno produce film documentari e corti di autori che si misurano co temi molto profondi e molto difficili però il pubblico gli deve andare incontro perché è giusto che sia così.”

Un tema questo davvero poco affrontato al giorno d’oggi, perché si tende spesso a voler raccontare solo gli aspetti tecnici della vita di un testimone di giustizia, in merito Marco sottolinea:

” Noi molto spesso ci siamo detti che potrebbe essere confuso con un pentito. Quindi si stringe e si fa sempre più sottile la linea di demarcazione tra verità e menzogna tra bene e male, io dico che è un atto di civiltà. Oggi invece tutto questo sconvolge le esistenze, quindi è interessante il cortometraggio perché appunto raccoglie quest’ esperienza proprio nella metà proprio quando la vita è sospesa, esattamente quando la vita si sgretola, non c’è più amore e viene tutto a cadere semplicemente perché un essere umano ha deciso di compiere il proprio dovere di cittadino. ”

Marco ce parlando del corto, con gli occhi che brillano, ci tiene a specificare:” aggiungo semplicemente che i francesi e gli inglesi per descrivere il nostro mestiere usano un verbo molto divertente che è giocare e non c’è essere umano ce gioca più seriamente di un bambino, quindi, al di là della felicità di stare con Antonio, lui mi ha reso il lavoro difficile perché era talmente dentro a quella circostanza che non mi ha mai permesso di uscirne. “.

Antonio deve aver quindi instaurato un legame profondo col nostro Marco D’Amore a cui ha fatto rivivere la bellezza dell’essere bambini, quel periodo magico dove tutto è un gioco, un gioco che però non viene mai interrotto e che ha priorità assoluta su tutto.

Marco che sostiene il cinema italiano:

“Secondo me un pubblico responsabile deve avere la necessità e la forza di andarsi aa cercare certe storie e di promuovere certi autori. Ma questo è un paese che sforna progetti bellissimi.” E qui Marco ribadisce che è il pubblico che deve andare in contro a certe produzioni. Un appello al pubblico dunque, un pubblico che può scegliere, un pubblico che potrebbe anche essere a volte, più presente.