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Uomo vive con 29 corpi mummificati che usa come bambole

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In Russia è stata scoperta una vera e propria casa degli orrori. Un uomo di 45 anni viveva con 29 mummie che conservava in casa come se fossero bambole di porcellana.

Alcuni agenti della polizia di Nizhny Novgorod, una città della Russia orientale, hanno perquisito l’abitazione di Anatoly Moskvin, un accademico conosciuto nonché autore di diversi volumi ed esperto di storia dei cimiteri.

All’inizio gli agenti volevano solamente chiedere all’uomo alcune spiegazioni in merito a un caso che stavano seguendo, ma quello che è stato trovato casualmente nella sua casa ha scatenato uno dei casi criminali più incredibili di tutto il paese.

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Anatoly Moskvin, di 45 anni, viveva in un piccolo appartamento pieno di libri, abiti sgargianti e numerosi giocattoli. Gli agenti hanno trovato da subito la situazione alquanto sospetta: come mai, infatti, un uomo solo e senza figli possedeva così tanti giochi e capi di abbigliamento per bambini?

In una delle stanze della casa, i poliziotti avevano notato della bambole a grandezza naturale, vestite in maniera elegante e adagiate su alcune sedie, altre sul divano, altre ancora sul pavimento.
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L’odore che aleggiava nella camera insieme allo strano aspetto delle bambole avevano destato sospetti negli agenti. Si erano pertanto attardati nel locale per capire più attentamente di cosa si trattasse. Ed è così che hanno fatto una scoperta terribile e allo stesso tempo incredibile.

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L’agghiacciante verità era che non si trattava di bambole, bensì di corpi mummificati! Anatoly fu subito arrestato e il suo terribile segreto emerse alla luce del sole.
stracci

Per oltre dieci anni il noto accademico raccontò di aver avuto la macabra abitudine di introdursi di notte nei cimiteri della città, alla ricerca dei corpi di bambine e di giovani donne. Le disseppelliva e poi tentava di mummificarle: se l’operazione non concludeva con successo, allora le inumava nuovamente.mummie

Data la particolare situazione, Anatoly decise di collaborare con le autorità e confessò di avere sottratto dai cimiteri ben centocinquanta corpi. Però era riuscito nel suo intento di mummificazione in solo 29 casi: trattava le salme con bicarbonato e sale e le riempiva poi di stracci.
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Il fabbricante di bambole“, come la stampa lo ha soprannominato, creava delle maschere di cera per le sue mummie e ne dipingeva poi i tratti del volto con dello smalto. Le vestiva quindi con abiti colorati e prendeva un caffè con loro, oppure organizzava le loro feste di compleanno. Per alcune di loro aveva addirittura creato un meccanismo per poterle fare “parlare”. L’uomo ha precisato che non ha mai usato le bambole per scopi sessuali: il suo intento, sostenne, era “soltanto” donare loro la vita eterna.
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Prima dell’identificazione dei corpi da parte della polizia russa, la signora Natalia Chardymova si era già messa in contatto con le forze dell’ordine. Natalia era venuta a conoscenza della notizia da un servizio televisivo e aveva riconosciuto i tratti di una delle bambole in casa dell’uomo: si trattava della sua bambina Olga, di 10 anni, morta appena un anno prima.

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Nel prosieguo delle indagini fu chiesto ad Anatoly di tentate di spiegare i motivi di questa sua malsana passione. L’uomo rispose che quando aveva 13 anni aveva perso la sua amica Natalia, di 11 anni, ed era stato costretto a baciarne il corpo senza vita durante il suo funerale. Di quell’evento ne fu totalmente tormentato.

La scoperta di tali azioni compiuta da Anatoly costrinse le famiglie delle vittime a dover rivivere, per la seconda volta, il lutto e la sepoltura delle care estinte. A causa della sua schizofrenia paranoide, l’uomo non ha mai messo piede in tribunale e oggi si trova ancora internato in un reparto di psichiatria.

Questa storia, che ha fatto il giro del mondo sconvolgendo chiunque ne sia venuto a conoscenza, sembra il peggior film dell’orrore, ma purtroppo è la cruda realtà.