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Usa, "In aeroporto mi hanno fatto mostrare l'assorbente"

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Un controllo imbarazzante ed eccessivo. La denuncia arriva dalla musulmana Zainab Merchant

Ai controlli sugli strumenti elettronici già introdotti, i passeggeri in volo negli Usa sono spesso sottoposti a brevi interviste al check-in, al controllo documenti o direttamente al gate di imbarco. “Le minacce alla sicurezza dell’industria dell’aviazione sono cosa nota e regolare nel tempo. Ma in questo caso il governo statunitense non ha condiviso nessun allarme specifico prima di cambiare le regole”, aveva commentato Alexandre de Juniac, amministratore delegato e direttore generale dell’International Air Transport Association (Iata). Si tratta dell’associazione mondiale alla quale aderiscono 275 compagnie aeree (l’83% di quelle esistenti). “Quello a cui stiamo assistendo è davvero insolito. Vediamo l’introduzione unilaterale di misure di sicurezza che vengono annunciate senza alcuna consultazione preventiva con chi opera nel settore. Questo è qualcosa di preoccupante”. Queste le sue parole nei mesi scorsi, all’indomani dell’aumento delle misure di sicurezza richieste negli aeroporti degli Usa.

Più che insolita (ai limiti dell’assurdità e piuttosto vergognosa) la richiesta delle autorità dell’aeroporto di Boston a una giovane musulmana. La donna, Zainab Merchant, da tempo viene regolarmente sottoposta a controlli extra negli aeroporti statunitensi. Per questo ha denunciato l’ultima ispezione imbarazzante.

I controlli su Zainab

Da anni è abituata a essere sottoposta a controlli di sicurezza “extra” in aeroporto. Questa volta però è stato oltrepassato ogni limite.

Zainab Merchant, musulmana, laureata alla Harvard University e fondatrice del sito Zainab Rights, ha denunciato un trattamento imbarazzante nei suoi confronti. Dopo un’ispezione accurata, le autorità le hanno chiesto di mostrare l’assorbente. Merchant ha fatto presente che in quel momento aveva il ciclo, ma non c’è stato nulla da fare: alla fine si è dovuta piegare alla richiesta. Un gesto irrispettoso nei confronti dell’intimità e dignità personale.

Secondo la ricostruzione dei fatti, la donna stava per prendere un volo da Boston diretto a Washington DC, dove avrebbe dovuto partecipare ad un convegno. Si era presentata in aeroporto due ore prima del normale, poiché abituata a una certa forma di diffidenza da parte delle autorità. Da almeno due anni, in aeroporto, gli agenti della Transportation Security Administration la sottopongono puntualmente a controlli minuziosi, con ispezioni approfondite degli oggetti che porta con sé, degli abiti e anche del suo corpo. Ma mai prima d’ora un obbligo simile.

La vicenda

Zainab ha insistito affinché quel controllo venisse fatto in pubblico. Così avrebbe preferito, poiché, al di là dell’imbarazzo, temeva che, senza testimoni e in una stanza privata, le sarebbe potuto accadere ben altro. Stando al suo racconto, però, gli ufficiali avrebbero rifiutato e l’avrebbero ben presto minacciata. Le sarebbe stato proibito di parlare con un avvocato. E’ stata portata in una stanza privata ha dovuto tirare giù i pantaloni e poi le mutande. Tanto lo spavento e la vergogna.

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Dopo l’episodio, la donna ha chiesto agli ufficiali i nomi e il numero di badge per denunciare il trattamento. In tutta risposta, meschinamente, gli agenti hanno coperto i tesserini e sono scappati via. Incredula la donna si è rivolta all’ACLU, American Civil Liberties Union. Si tratta di un’organizzazione non governativa orientata a difendere i diritti civili e le libertà individuali negli Stati Uniti. Dal momento che da due anni viene regolarmente sottoposta a controlli extra, il sospetto è che sia finita su una specie di lista di sorvegliati speciali.

Il racconto di Zainab

Ogni volta devo fare dei controlli extra. Si svolge tutto nello stesso modo, ogni volta. Al terzo episodio, ho capito che non era a caso”. Così rivela sconcertata, incredula e comprensibilmente spaventata Zainab Merchant.

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“C’è un disegno, probabilmente sono finita su una specie di lista, la quale mi porta a fare questi controlli ancora e ancora”, ha dichiarato. Zainab vorrebbe soltanto che il governo le riferisse le dovute spiegazioni e motivazioni in merito a tale accanimento. “Voglio che diano a tutti quelli che si trovano nelle mie condizioni delle risposte sul perché questo accade e su cosa possiamo fare per porre rimedio, perché io non ho fatto niente di male. Dateci delle risposte”