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Usa, ambasciata si trasferisce a Gerusalemme: telefonata di Trump ad Abu Mazen

Usa

Donald Trump con una telefonata ad Abu Mazen, ha confermato l'ipotesi dello spostamento dell'ambasciata degli Usa a Gerusalemme. Le polemiche, da parte soprattutto dei Paesi Arabi non sono mancate, così come è stata veloce la risposta dello stato israeliano. Il presidente francese Macron chiede collaborazione.

Con la telefonata al capo dell’Autorità palestinese Abu Mazen da parte del Presidente degli Usa, Donald Trump, è stato deciso lo spostamento dell’ambasciata statunitense da Tel Aviv alla Città santa. Gli Stati Uniti inoltre riconosceranno implicitamente Israele come stato. Non è ancora chiaro quando avverà tale spostamento, ad informarci di questo è il portavoce di Abu Mazen, Nabil Abu Rdainah, che ha dato un resoconto della telefonata, spiegando: “Il presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha ricevuto una chiamata dagli Stati Uniti. Il presidente Trump ha comunicato la sua intenzione di trasferire l’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme. Il presidente Abbas – sottolinea ancora il portavoce – ha avvertito (Trump) delle pericolose conseguenze che una simile decisione potrebbe avere sul processo di pace e sulla sicurezza e stabilità della regione e del mondo”.

Dal fronte della Casa Bianca, già prima di questa dichiarazione era stato annunciato da Sarah Senders, anche’ella portavoce, che il Presidente degli Usa aveva avuto delle ulteriori conversazioni sia con il premier israelliano Benjamin Netanyahu sia con il re di Giordania Abd Allah, durante le quali si era radicata in Trump l’idea dello spostamento dell’ambasciata.

La faccenda genera non poche polemiche in molti paesi del mondo, invischiate nelle vicende politiche di questo territorio.

Uno sforzo possibile solo grazie all’unione con gli Usa

Così parla il presidente della Francia Macron, che dice riguardo alle negoziazioni: “puntino in particolare alla creazione di due stati, Israele e Palestina, che vivano fianco a fianco e in sicurezza, con Gerusalemme come capitale”.

La richiesta di collaborazione da parte del leader francese, che si dà come fine la pace, la sicurezza e la possibilità di vivere fianco a fianco. Dopo che Macron ha parlato, in un incontro nella città di Parigi, anche con il Primo Ministro del governo regionale del Kurdistan, una nota dell’Eliseo afferma: «la Francia e gli Stati Uniti proseguiranno i loro sforzi congiunti per preservare la stabilità e l’unità dell’Iraq e favorire il dialogo nazionale fra le autorità federali e i dirigenti curdi iracheni».

Una notizia confortante per molti altri paesi, ma non per tutti.

Diverse reazioni nel mondo

I Paesi Arabi

Molto probabile è la convocazione di una riunione della Lega Araba, nel giro delle prossime ore. Infatti l’Arabia Saudita, uno tra le nazioni arabe più forse, si dice animata da una «seria e profonda preoccupazione» per il probabile riconoscimento, guidato dagli Usa, di Gerusalemme come capitale dello stato d’Israele. un’azione del genere, si è detto, «irriterebbe i sentimenti dei musulmani nel mondo»,quindi, una mossa fin troppo rischiosa.

Francia

Con il presidente Macron, la francia mostra tutta la sua volontà di collaborazione con gli Stati Uniti d’America, al fine di dare pace e sicurezxza in questi territori, devastati dalla guerra da troppi anni orma. Il leader francese chiede collaborazione attiva per la buona riuscita dell’impresa.

La reazione israeliana

Grande determinazione emerge dalle parole del Ministro degli Esteri: «Gerusalemme è la capitale del popolo ebraico da 3.000 anni e la capitale di Israele da 70, senza riguardo se sia riconosciuta o meno da Erdogan». Viene sottolineato il completo disinteresse verso il riconoscimento dello Stato israeliano da parte di Erdogan. A sostegno di tale affermazione si pongono il leader di Yesh Atid Yair Lapid che dice parlando d’Israele «non si farà minacciare». Supporta questa presa di posizione anche il ministro dei Trasporti Yisrael Katz.