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Afghanistan, Biden: “La missione è sempre stata combattere il terrorismo, non creare una nazione democratica”

biden discorso

Il presidente americano Joe Biden ha deciso di rompere il silenzio delle ultime ore e ha annunciato che parlerà alla Nazione in merito all’Afghanistan.

Il presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, parlerà alla Nazione circa il recente stravolgimento politico e sociale emerso nel corso degli ultimi giorni in Afghanistan, tornato sotto il controllo dei talebani. L’evento è atteso per le 15:45 ora locale di lunedì 16 agosto, corrispondenti alle 21:45 in Italia.

L’imminente intervento del presidente americano è stato annunciato tramite un post pubblicato sul suo account Twitter ufficiale.

Afghanistan, Biden rompe il silenzio: “Parlerò alla Nazione”

In Afghanistan, sono bastati appena tre giorni per cancellare l’equilibrio costruito nel corso dell’ultimo ventennio con la guerra combattuta in prima linea dagli americani contro la minaccia rappresentata dagli integralisti islamici.

Poco dopo l’annuncio del ritiro definitivo delle truppe americane dal Paese motivato dalla volontà espressa dal presidente Biden di “non lasciare questa guerra a un quinto presidente”, i talebani hanno espugnato Kabul e hanno riconquistato l’Afghanistan. Da lunedì 16 agosto, infatti, a vent’anni dall’inizio del conflitto, la bandiera bianca degli estremisti ha ricominciato a sventolare dal palazzo presidenziale posto nella capitale afghana.

Quanto accaduto ha portato il presidente americano a trincerarsi in un rumoroso e non condiviso silenzio, perdurato sino alla recente decisione di Biden di parlare agli Stati Uniti d’America.

Alle 15:45 ora locale (21:45 in Italia), il presidente terrà un discorso rivolto alla Nazione per affrontare quanto si sta verificando in Afghanistan.

La notizia è stata diffusa tramite un tweet postato dallo stesso Joe Biden, che riporta il seguente messaggio: “Mi rivolgerò alla nazione sull’Afghanistan alle 3:45 PM ET di oggi”.

Afghanistan, Biden parlerà alla Nazione: la sospensione dei voli a Kabul

Intanto, con la presa di potere dei talebani divenuta ormai ufficiale, a Kabul sono sempre di più i cittadini afghani o di origine straniera che stanno tentando di lasciare il Paese. Il caos scoppiato nella capitale si è concentrato soprattutto in prossimità dell’aeroporto presso il quale, tuttavia, è stata comunicata la sospensione immediata di tutti i voli civili e militari. Una simile decisione è stata rivelata da fonti interne al Pentagono.

In relazione alla situazione che ha travolto l’aeroporto di Kabul, inoltre, è stata notificata l’uccisione di due uomini armati nell’area della struttura perpetrata da alcuni soldati afferenti all’esercito americano.

Afghanistan, Biden parlerà alla Nazione: l’arrivo degli italiani da Kabul

Nel frattempo, mentre la situazione in Afghanistan degenera in modo rapido e costante, all’aeroporto di Fiumicino è atterrato il KC 767 dell’Aeronautica Militare, decollato da Kabul con a bordo il personale diplomatico italiano che si trovava presso l’ambasciata con sede nella capitale afghana.

Sulla base delle indiscrezioni sinora trapelate, è stato spiegato che tra i passeggeri del KC 767 erano presenti anche alcuni ex collaboratori locali. In totale, i passeggeri rientrati in Italia sono circa una settantina: l’informazione è stata diramata attraverso una nota congiunta del ministero degli Esteri e del ministero della Difesa.

Il volo aveva lasciato Kabul nella giornata di domenica 15 e fa parte della cosiddetta operazione “Aquila Omnia”, finalizzata a consentire l’arrivo in Italia degli ex collaboratori afghani e delle loro famiglie. L’operazione è stata diretta e pianificata dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), coordinata dal Generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano e messo in atto dal Joint Force Headquarter (JFHQ). Infine, è stata fondamentale anche la collaborazione e il supporto sanitario fornito dalla Croce Rossa Italiana.

In seguito all’arrivo degli italiani a Fiumicino, alcuni dei passeggeri che sono riusciti a mettersi in salvo dall’Afghanistan hanno rivelato le proprie preoccupazioni, asserendo: “Abbiamo lasciato migliaia di persone che rischiano la vita, i talebani cercano casa per casa chi ha collaborato”.

L’interprete afghano dell’ambasciata italiana, invece, ha dichiarato: “Kabul è distrutta, ci sentiamo traditi e delusi”.

Afghanistan, Biden parlerà alla Nazione: le dichiarazioni della cancelliera Angela Merkel

In merito alla situazione esplosa in Afghanistan, si è espressa anche la cancelliera tedesca Angela Merkel che ha manifestato la volontà di evacuare dal Paese circa 10 mila persone.

Nello specifico, la cancelliera Angela Merkel ha ammesso che i governi internazionali hanno commesso un errore di valutazione ipotizzando che l’esercito afghano fosse già in grado di contrastare l’avanzata dei talebani e ritirando le truppe dalla Nazione.

A questo proposito, la Merkel ha dichiarato: “è stata una valutazione sbagliata. Non una valutazione sbagliata tedesca, ma una valutazione sbagliata comune. Non siamo riusciti a raggiungere quello che ci eravamo preposti: è una consapevolezza molto amara dopo una missione durata un ventennio – e ha concluso –. Ora, in primo piano, ci sono le operazioni di evacuazione. Dobbiamo cercare di portare fuori quante più persone possibile”.

Afghanistan, il discorso di Biden agli americani: “L’obiettivo della missione: vendicare l’11 settembre”

Il presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, si è rivolto alla Nazione circa la situazione che si sta verificando in Afghanistan e al ritorno al potere dei talebani.

Nel corso del suo discorso, il presidente Biden ha dichiarato: “Il dipartimento di sicurezza ed io abbiamo sempre monitorato la situazione in Afghanistan, soprattutto il rapido collasso negli ultimi giorni. Andammo in Afghanistan 20 anni fa con obiettivi chiari, vendicare l’attacco dell’11/9 e assicurarci che i talebani non trovassero rifugio in Afghanistan”.

Rispetto alla missione condotta in Afghanistan, poi, il presidente ha precisato: “La nostra missione in Afghanistan non è mai stata quella di creare una nazione, una democrazia decentralizzata. L’unica missione in Afghanistan è prevenire attacchi terroristici. La missione è sempre stata per contrastare il terrorismo, mai per creare una nazione democratica – e ha aggiunto –. Abbiamo fatto dopo lo stesso in altri scenari, come con l’ISIS, e se necessario lo rifaremo in Afghanistan”.

Biden: “L’accordo con i talebani fatto dall’ex presidente Trump”

Durante il suo intervento, il democratico Joe Biden ha voluto ricordare gli impegni presi e quelli ereditati all’inizio del suo mandato presidenziale, spiegando: “Quando entrai in carica c’era già un accordo con i talebani fatto dall’ex Presidente Trump, bisognava ritirare le truppe per il primo maggio. La scelta che ho dovuto fare è stata rispettare l’accordo o essere pronti a ricombattere i talebani. Dopo il primo maggio non ci sarebbero stati altri ‘cessate il fuoco’. Si poteva rispettare l’accordo o mandare altre truppe a combattere in Afghanistan per il terzo decennio di guerra – e ha sottolineato –. Ho sempre promesso agli americani di essere chiaro con voi. La verità è che la situazione si è evoluta più velocemente del previsto”.

Biden: “Il presidente Ghani è fuggito, l’esercito afghano è collassato”

Per quanto riguarda l’atteggiamento del governo e dell’esercito afghano, invece, Biden ha ribadito: “Il presidente afghano Ghani è fuggito e l’esercito è collassato, spesso senza combattere. Gli americani non devono e non dovrebbero essere e combattere in una guerra che le forze afghane non vogliono combattere. Abbiamo speso più di un bilione di milioni per il loro esercito, ben equipaggiato e pagando i loro dollari e la manutenzione per gli aerei. Gli abbiamo dato loro ogni chance per determinare il loro futuro ma non abbiamo potuto dargli la voglia di combattere per il loro futuro. Se gli afghani non hanno saputo resistere adesso, non c’era alcuna speranza che l’avrebbero fatto tra uno, cinque o vent’anni, e gli americani non avrebbero fatto alcuna differenza”.

Il 46esimo presidente americano, ancora, ha proseguito nell’analisi sul comportamento dell’esercito e del governo afghani, asserendo: “I politici afghani non sono riusciti ad accordarsi per il bene delle persone, incapaci di negoziare per il futuro del loro paese. Non lo hanno mai fatto quando le truppe americane erano lì. Certamente, i nostri competitor Cina e Russia non avrebbero voluto altro che noi continuassimo a spendere miliardi in Afghanistan per chissà quanto tempo.

Biden: “Ho incontrato il presidente Ghani e parlato della guerra civile”

Il discorso del 46esimo presidente americano si è concentrato sulla guerra civile esplosa in Afghanistan, spiegando: “Quando ho ospitato il Presidente Ghani abbiamo parlato della guerra civile che avrebbero dovuto affrontare dopo il ritiro e della lotta alla corruzione per aiutare gli afgani. Non è stato fatto nulla per questo. Ghani ha insistito che l’esercito avrebbe combattuto ma si è sbagliato”.

Rivolgendosi al popolo statunitense, poi, Biden ha chiesto: “Quante altre sorelle e quanti fratelli americani volevate che io mandassi a combattere la guerra civile afgana? Quando le truppe afgane non vogliono – e ha insistito –. Io non ripeterò gli errori che abbiamo fatto in passato, in un combattimento che non è nei nostri interessi. Abbiamo vitali interessi nel mondo che non possiamo permetterci di ignorare”.

Appellandosi al senso comune e alla drammaticità della situazione afghana, il democratico ha ammesso: “So che per molti di noi è terribile ciò che sta accadendo in Afghanistan, i video, soprattutto per i veterani, chi ha lavorato lì e chi ha perso un proprio caro. Ho viaggiato lì, speso tempo con i loro leader e le truppe e ho capito cosa fosse possibile e cosa no. Continueremo a supportare la popolazione afgana in tutti i modi, cercheremo vie diplomatiche per prevenire instabilità e violenza. Continueremo a batterci per i diritti fondamentali, per le donne e le ragazze, proprio come facciamo per tutto il mondo. I diritti umani devono essere l’elemento principale della nostra politica estera”.

Biden: “Evacueremo il personale americano e alleato in sicurezza”

Infine, Joe Biden si è espresso in merito a quanto sta avvenendo presso l’aeroporto di Kabul, annunciando: “Ho autorizzato l’invio di 6000 truppe da inviare in Afghanistan per assistere alle manovre di evacuazione di tutti gli alleati e afgani vulnerabili. Stiamo lavorando per portare la sicurezza in aeroporto. Stiamo controllando lo spazio aereo. Abbiamo chiuso in sicurezza l’ambasciata, la nostra presenza diplomatica è ora in aeroporto. Continueremo a supportare l’evacuazione del personale civile dei nostri alleati e i loro rifugiati – e ha aggiunto –. So che ci sono preoccupazioni sul perché non abbiamo evacuato prima i civili, una parte della risposta è che gli afgani non hanno voluto perché credevano ancora nel loro paese. La nostra missione ora sarà corta e con un unico obiettivo, portare a casa il nostro personale e quello alleato in sicurezza e nel minor tempo possibile. Quando avremo finito questa missione termineremo il nostro ritiro e la più lunga guerra americana – e ha ripetuto –. Quello che sta accadendo adesso poteva facilmente accadere 5 anni fa o tra 15 anni, ci sono stati molti errori. Ci sono passati quattro presidenti e non passerò questo fardello ad un quinto”.

Commentando il possibile intervento degli estremisti rispetto alle operazioni di evacuazione, invece, il presidente americano ha rivolto agli integralisti una sorta di estremo avvertimento: “È chiaro ai talebani che se attaccano il nostro personale o disturbano le nostre operazioni la risposta sarà rapida e forte”.

Biden: “Non ho rimpianti sul ritiro delle truppe americane”

In conclusione, il presidente Biden ha esaminato la decisione di ritirare le truppe americane, rivelando: “Sono molto dispiaciuto per le ultime cose accadute ma non ho rimpianti a proposito della mia decisione, quella di ritirare le truppe americane. Combattere Al-Qaeda e uccidere Bin Laden è stato un successo ma sforzi lunghi decenni non lo sono e non credo lo sarebbero mai stati. Questo non è negli interessi della nostra sicurezza, non è quello che gli americani vogliono, quello che le nostre truppe vogliono. Ho fatto la promessa di ritirare le truppe, è stato difficile e non perfetto ma ho mantenuto la promessa. Ancor di più ho fatto una promessa alle donne e agli uomini che hanno servito la nazione, che non avrei continuato a rischiare le loro vite per un conflitto che sarebbe dovuto finire 10 anni fa. So che la mia decisione sarà criticata ma prenderò le critiche e non le passerò ad un quinto presidente”.