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Usa, problemi per Trump: dagli accordi di Parigi agli hacker russi

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La decisione del presidente Usa sulla questione clima, ha spinto l'ambasciatore americano di Pechino a dimettersi per protesta. Sullo sfondo, resta questione elezioni.

Usa, nuovi problemi per il presidente Donald Trump: dalle conseguenze derivanti dal dietrofront dal Trattato di Parigi alle possibile elezioni truccate per via di hacker russi. Per quanto concerne la questione clima, l’ambasciatore reggente degli Usa lascia Pechino e lo fa solo per protestare contro la decisione americana di voltare le spalle agli accordi sul clima di Parigi.

Rank è il reggente dell’ambasciata in attesa dell’arrivo del nuovo padrone di casa: quel Terry Branstad che Trump ha scelto in virtù della sua antica amicizia con Xi Jinping, che nell’Iowa del governatore ora uscente fu ospite trent’anni fa durante la sua primissima missione negli Usa. In attesa del cambio di guardia, toccava al reggente dunque notificare ai cinesi la decisione di strappare gli accordi sul clima sottoscritti a Parigi da Barack Obama, cosa su cui non era minimamente d’accordo.

Il gran rifiuto di Rank pesa molto sulle scelte della Casa Bianca, così come pesa come un macigno l’ipotesi di elezioni manipolate dagli hacker russi. Infatti, secondi i nuovi documenti della Nsa, gli hacker russi avrebbero attaccato almeno uno dei fornitori di software per le elezioni americane prima del voto nelle presidenziali 2016. I documenti, pubblicati dal sito Intercept, mostrerebbero difatti che, l’azione degli hacker, è penetrata nel sistema elettorale più di quanto fosse emerso finora. Al momento però, non molto chiaro se tale intervento abbia sortito un reale effetto sull’esito finale delle elezioni americane.