Negli Stati Uniti d’America, un giovane uomo di 32 anni è stato operato per una gamba rotta ed è finito in stato vegetativo. Il tribunale di Dallas ha riconosciuto un risarcimento di 21 milioni di dollari alla famiglia.
Usa, viene operato e finisce in stato vegetativo: la storia di Carlos Rojas
La famiglia di Carlos Rojas ha ricevuto dal tribunale della contea di Dallas un risarcimento di 21 milioni di dollari. Rojas, 32 anni, è rimasto in stato vegetativo dopo essersi sottoposto a un intervento chirurgico nel 2017 per una gamba rotta. In merito alla drammatica vicenda, il tribunale ha constatato che il personale degli US Anesthesia Partners – ossia l’associazione anestesisti del Texas – non abbia prestato le dovute attenzioni alle condizioni respiratorie del pazientedurante l’operazione di ricostruzione della tibia che si è tenuta presso il Baylor University Medical Center di Dallas.
A dare avvio al processo, è stata la querela presentata dalla madre del 32enne, Wilda Jennifer Rojas Graterol, depositata a luglio 2021 contro l’infermiera Casey Martin e il medico anestesista Mallorie Cline. La madre di Rojas, inoltre, ha deciso di sporgere denuncia anche contro la US Anesthesia Parners e l’ospedale presso il quale era stato ricoverato il figlio in vista dell’intervento.
Risarcimento di 21 milioni alla famiglia: dinamiche e processo
Nel mese di ottobre 2017, Rojas stava appendendo le luci di Natale quando è caduto dalla scala, fratturandosi la tibia. A un giorno di distanza dall’inciendente è stato operato ma, dopo essere stato sottoposto ad anestesia generale dallo staff medico, non ha più ripreso conoscenza.
Alla luce delle perizie del tribunale di Dallas, il 32enne ha subito danni cerebrali permanenti indotti da una mancata affluenza di ossigeno durante l’operazione. La scarsa ossigenazione avrebbe dovuto essere rilevata dalla bassa pressione sanguigna del paziente ma sarebbe stata ignorata dall’equipe medica. A questo proposito, è emerso che l’infermiera non avrebbe monitorato l’attività di Rojas durante l’operazione e che si sarebbe assentata dalla sala operatoria durante l’intervento per 12 minuti. Anche il medico anestesista, poi, si sarebbe allontanato per supervisionare altre tre infermiere in tre diverse sale operatorie.
Nonostante il risarcimento ottenuto, l’avvocato della famiglia ha dichiarato: “L’ospedale è responsabile di quello che è accaduto. Ora la sua famiglia sarà condannata a prendersi cura di lui e provvedere a tutti i suoi bisogni per il resto della sua vita”.