Il giorno dell’Epifania, un imprenditore reggino è stato invitato a lasciare un lussuoso bar ristorante di Taormina. La ragione? La presenza del nipotino di appena 6 mesi. Adesso, la sua vicenda è arrivata in Parlamento, tramite il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, che è stato contattato proprio dall’imprenditore.
Taormina, cacciato perché aveva un bimbo piccolo: le parole del Garante per l’Infanzia
Antonio Marziale ha preso a cuore la vicenda, che grazie a lui è arrivata in Parlamento. “Il deputato di FdI Alfredo Antoniozzi, in seguito alla mia presa di posizione, ha rivolto un’interrogazione al ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Maria Roccella” ha spiegato Marziale. Lo scopo? “Conoscere se lo Stato sia a conoscenza di questa tendenza che vieta l’accesso a bambini al di sotto di una certa soglia d’età e che risulta essere applicata da un numero crescente di ristoratori per aggirare il pericolo di eventuali schiamazzi nei propri locali, ma non prevista da alcuna disposizione legislativa” spiega ancora il Garante.
Tendenza no-kids, di cosa si tratta?
Questa tendenza a non accettare nel proprio locale bambini piccoli sembra essere ispirata agli Stati Uniti, e per questo è stata denominata “no-kids” (no bambini). Secondo Marizale, però, in Italia una cosa del genere è incostituzionale, e per questo va affrontata e debellata a livello nazionale.