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Il caso
Vacanze da mille e una notte – è proprio il caso di dirlo – per re Salman dell’Arabia Saudita. Il sovrano, per la sua terza estate consecutiva trascorsa in Marocco, non ha badato a spese: ben 100 milioni di dollari in un mese. Lui ha rimasto nella sua lussuosa residenza a Tangeri, 74 ettari di terra nel nord marocchino, mentre il suo seguito, mille persone in tutto, ha alloggiato in splendidi hotel: per l’occasione sono state prenotate 924 stanze e messe a disposizione 453 automobili, anche quelle magnifiche, affittate a di Marrakech, Rabat e Casablanca – il quotidiano israeliano Haaretz ha parlato invece di 200 auto -.
Il Daily Mail riferisce che il denaro speso da Salman per le sue vacanze è pari all’1, 5% dei guadagni del Marocco attraverso il turismo. Forse anche per questo motivo, ad omaggiare il re saudita al suo arrivo nel Paese nordafricano, si è recato, inviato da re Mohammed VI, il primo ministro marocchino Saadeddine Othmani.
La residenza
A Tangeri il re saudita è proprietario di una tenuta affacciata sull’Oceano Atlantico costruita 81anni fa – praticamente quando lui è nato – e dove al suo servizio ha 143 persone per cibo e pulizie. Nell’ottobre del 2016 alcune immagini satellitari avevano immortalato opere di ingrandimento della villa: edifici annessi in più, addirittura una tenda che sembra quella di un circo e lo spazio per elicotteri. Si tratta ovviamente di una costruzione molto sicura: protetta da un chilometro e mezzo di mura e da 30 soldati della guardia reale marocchina.
La situazione in Arabia Saudita
Mentre era in vacanza, re Salman ha lasciato sul trono in Arabia Saudita suo figlio Mohammed – bin – Salman -, 31 anni – ne compirà 32 il 31 agosto -, il quale dal 21 giugno scorso è suo successore al posto del cugino Mohammed – bin – Nayef, 57 anni.
Mohammed – bin – Salman è il più giovane Ministro della Difesa del mondo ed è anche Presidente del Consiglio per gli Affari Economici e di Sviluppo della monarchia del Golfo. Soprannominato “Mr Everything” perché detiene il controllo sulla maggior parte sulla maggior parte degli affari interni, esteri e della difesa nell’emirato, è visto comunque come un simbolo di speranza per una popolazione che ha meno di 25 anni ed è come sempre schiacciata dalla rigorosissima interpretazione wahabita dell’islam vigente in Arabia Saudita. Attualmente deve vedersela con una situazione politica particolarmente delicata, dopo la rottura a giugno dei rapporti diplomatici tra Riyadh e Doha, capitale del Qatar, e Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti – accusate dai sauditi di diffondere il terrorismo -. Inoltre continua la sanguinosa guerra civile in Yemen, dove l’Arabia Saudita e la comunità internazionale sostengono il governo sunnita di Abd Rabbuh Mansur Hadi con sede nella città di Aden, contro i “ribelli” Huthi, sciiti che, con l’aiuto dell’Iran, sostengono l’ex presidente deposto Ali Abdullah Saleh e controllano la capitale Sana’a.
Per quanto riguarda le vittime del conflitto, le Nazioni Unite hanno reso noto che tra il marzo 2015 e l’ aprile 2016, in Yemen, vi sono stati fra 7.400 e 16.200 morti, fra cui tra i 4.125 e 10.000 civili, e 500 in Arabia Saudita. In più rimane la questione irrisolta del mancato rispetto dei diritti umani nel Paese, in particolare nei confronti delle donne e delle minoranze etniche – tuttavia gli affari con gli Stati Uniti e con l’Europa continuano -.