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Vaccini cruciali per pazienti fragili, ma occorre scegliere con cura quali e quando somministrarli

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(Adnkronos) - “I pazienti con patologie oncoematologiche sono a maggiore rischio di complicanze infettive potenzialmente gravi che possono essere prevenute attraverso i programmi vaccinali”, così Francesco Zaia, direttore di ematologia presso l’Azienda Sanitaria Universitari...

(Adnkronos) – “I pazienti con patologie oncoematologiche sono a maggiore rischio di complicanze infettive potenzialmente gravi che possono essere prevenute attraverso i programmi vaccinali”, così Francesco Zaia, direttore di ematologia presso l’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina, Università di Udine, in occasione del webinar "Le vaccinazioni nelle persone fragili. Dubbi e risposte". In caso di neoplasie ematologiche sono controindicati i vaccini attenuati, gli inattivi sono più sicuri ma il problema resta l’efficacia e ciò è dovuto all’eterogeneità del paziente.

Il paziente ematologico ha infatti maggiore possibilità di non rispondere adeguatamente al vaccino, rispetto al paziente con tumore solido e al soggetto sano. Se poi è in trattamento, la risposta è minore rispetto al paziente non in trattamento e ciò si deve non solo alla malattia ma alla terapia in corso. Il timing di vaccinazione quindi è rilevante: se in corso di trattamento la risposta è scarsa, migliora se il vaccino viene somministrato prima del trattamento o dopo alcuni mesi dal termine della terapia.

“Un’eccezione recente è quella del nuovo vaccino ricombinante contro l’Herpes Zoster”, precisa Zaia. “Uno studio del 2019 mostra che rispetto al placebo la somministrazione del vaccino ricombinante provoca una risposta immunitaria (umorale e cellulo-mediata), con un buon profilo di tolleranza nei pazienti con neoplasie ematologiche. Anche nel paziente trapiantato con cellule staminali l’incidenza di infezioni diminuisce in modo significativo”.

“Anche i pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BCPO) devono essere considerati pazienti fragili, soggetti quindi a maggior rischio di infezioni e riacutizzazioni. La mortalità del paziente BPCO – ha spiegato Alberto Papi, Clinica Pneumologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria S.Anna, Università di Ferrara – è legata più alla frequenza di comorbidità rispetto alla severità della patologia in sé. Anche per loro la prevenzione è quindi diventata primaria”.

“È in fase di validazione un portale dedicato alla vaccinazione, “Trova il mio vaccino” – ha concluso Sara Boccarini, Professore Associato di Igiene all’Università di Firenze – che dovrebbe essere fruibile subito dopo Pasqua. Si tratta di un progetto che stiamo portando avanti con l’università di Firenze, pensato per sensibilizzare le persone alla vaccinazione e dare uno strumento agile, utile a comprendere di quale vaccino abbiano bisogno”.