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Vaccini a scuola: 30mila bambini non sarebbero in regola

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Si stima che circa 30mila bimbi non saranno in regola con i vaccini entro il termine del 12 marzo. Non è chiaro quali saranno le conseguenze

Torna caldo il tema dei vaccini a scuola. Altrimenti non poteva essere dal momento che il 12 marzo scade il termine per mettere il proprio figlio o la propria figlia o i propri figli in regola con essi. Inizialmente la scadenza iniziale era l 10 marzo, poi è stata prolungata. Tuttavia, sembra che, stando alle stime, ben 30mila bimbi non saranno in regola con i vaccini. Lo sostiene Carlo Signorelli, il past president della Società Italiana di Igiene. Questa moltitudine di bambini non in regola, ma che vanno regolarmente in asilo o a scuola, porterà a conseguenze impreviste e non definite.

Vaccini

Secondo Carlo Signorelli, past president della Società Italiana di Igiene, i bambini sotto i sei anni che potrebbero non essere in regola con la documentazione per i vaccini, ammonterebbero addirittura 30mila. In un primo momento, il termine previsto era quello di sabato 10 marzo. Poi, questa scadenza è stata prolungata a lunedì 12 marzo. Ma superata questa data, per la presentazione dei certificati vaccinali, non è stato chiarito che cosa succederà ai tanti che non sono in regola. Nonostante la legge prevedrebbe l’esclusione da nidi e materne, infatti, tempi e modi sono regolati dalle regioni. Ogni regione, il prossimo lunedì, avrà un comportamento diverso sulla questione.

Carlo Signorelli

Il past president Carlo Signorelli ha affermato che al momento non ci sono tuttavia numeri certi. L’unica base di partenza sono i 120mila in arretrato nelle coorti 2011-2015 calcolati dal ministero della Salute quando è stata approvata la legge. Carlo Signorelli afferma che, fra questi, circa un terzo era già stato recuperato a ottobre 2017, e si può stimare che ancora circa 30mila non siano in regola.

Secondo Carlo Signorelli, però, è improbabile che questi bimbi non verranno riammessi a scuola. Questo appunto perché ci sono Regioni che hanno una proroga perché hanno l’anagrafe vaccinale. Altre, invece, danno un appuntamento d’ufficio quando mandano la lettera di richiamo ai genitori. Come minimo ci dovrebbe essere un ultimo colloquio con la Asl prima di arrivare all’esclusione. I conti si potranno fare solo a giugno.

La Società di Igiene ha effettuato una stima che è comunque dello stesso ordine di grandezza di alcuni dati provvisori che sono stati diffusi dalle Regioni. Secondo questi, per esempio, nella regione Piemonte sarebbero presenti circa 1.200 i bimbi a rischio. Poi, nella sola città di Milano ce n’è una quarantina. Per Carlo Signorelli, on ogni caso, c’è la sensazione che ci sia stato un bel recupero. L’obbligo ha avuto effetto sia sui genitori esitanti sia sulle strutture. Queste si sono trovate, per obbligo della e per effetto del nuovo piano vaccinale, a dover effettuare il doppio delle vaccinazioni rispetto agli anni passati. Carlo Signorelli assicura che i disservizi che si sono riscontrati sono stati minimi in confronto al carico a cui sono stati chiamati i centri vaccinali. Nella stragrande maggioranza dei casi, i centri sono riusciti a gestire bene la domanda nonostante non avessero risorse aggiuntive.