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Ci sono più benefici che rischi: così il professor Giuseppe Remuzzi ha sintetizzato la sua opinione sul vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni contro il Covid. Sul Corriere della Sera, il direttore dell’istituto Mario Negri ha riportato le domande più frequenti poste dai genitori.
Vaccino ai bambini, le risposte del professor Remuzzi
“Dato che i bambini si ammalano raramente, ne vale la pena?”: è una delle tante domande che i genitori di bambini tra i 5 e gli 11 anni pongo a pediatri e specialisti circa il vaccino anti-Covid. Il professor Giuseppe Remuzzi ha risposto ai dubbi più frequenti posti dai genitori:
Negli Stati Uniti solo nell’ultima settimana di settembre sono stati registrati 170 mila contagi pediatrici, mentre dall’inizio della pandemia i bambini positivi al coronavirus sono stati quasi sei milioni con 520 morti (di questi 143 avevano tra i cinque e gli undici anni), da noi i casi confermati fino al 15 settembre nella popolazione 0-19 anni sono stati 741.356, con 33 morti. E c’è di più, se un bambino si ammala di Covid-19 può contrarre, anche se raramente, la sindrome infiammatoria multisistemica che provoca un danno al cuore, ai polmoni, al cervello, ai reni e ad altri organi, è una malattia difficile da curare e lascia strascichi anche molto spiacevoli.
Vaccino anti-Covid ai bambini, la situazione negl Usa
I pediatri raccomandano la vaccinazione non solo per la sicurezza del bambino, ma anche per il contenimento della pandemia. I bambini infatti potrebbero contrarre il covid a scuola, tornare a casa e così infettare i genitori. Guardando a cosa succede oltreoceano, il professor Remuzzi spiega che negli Stati Uniti arriverà a breve il via libera dei Cds, dopo la conferma della Fda. Anche Ema e Aifa, poi, dovranno fare lo stesso.
Vaccino sui bambini, più benefici che rischi
La spiegazione del dottor Remuzzi prosegue:
Finora è stato studiato su 2.250 bambini tra i cinque e gli undici anni, che hanno avuto una dose molto più piccola di mRna, 10 microgrammi in due somministrazioni, invece che i 30 che si danno a chi ha più di 12 anni o agli adulti, sempre in due somministrazioni. La procedura dell’approvazione in emergenza è comunque molto rigorosa e i 10 microgrammi sono stati scelti con molta cura per assicurare la massima risposta anticorpale anche contro le varianti, al punto che si riusciva a prevenire la malattia nel 90% dei bambini. La conclusione è sempre la stessa: i benefici del vaccinarsi superano di gran lunga i rischi, anche se sono io il primo ad ammettere che per chi soffre di una complicanza da vaccino, specialmente se ‘grave’, non è una grande consolazione sapere che gli altri invece sono stati bene.