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Vaccino, ecco come fare con quelli che non hanno fiducia

Come incentivare alla vaccinazione

Vaccino, ecco come fare con quelli che non hanno fiducia per evitare che ampie sacche di scetticismo generino ampie sacche di bassa immunizzazione

Vaccino, ecco come fare con quelli che non hanno fiducia, perché se è vero che le campagne vaccinali contro il covid hanno avuto presa sulla più parte delle popolazioni del pianeta è anche vero che ogni nazione ha uno “zoccolo duro” eterogeneo di refrattari, dubbiosi e poco o affatto convinti della necessità di vaccinarsi. La parola chiave è “coinvolgimento”, ma per renderla meno mantra e più protocollo è necessario individuare le fasce sociali su cui lo scetticismo da vaccino attecchisce più facilmente. E farlo su scala planetaria senza tracurare le variabili sociologiche nazionali, il che non è facile. Paradossalmente sono fasce di un plateau “bipolare”, cioè o sono troppo scolarizzate o troppo poco informate. 

Vaccino, ecco come fare: la tempistica

L’esigenza di individuare con tempistica utile il modo migliore per intervenire sul fattore che unisce questi due opposti – lo scetticismo verso il vaccino – resta tutta però. Lo studio delle ragioni che queste categorie accampano potrebbe essere un buon inizio, anche perché non va dimenticato un dato sanitario importante: è quello per cui dove ci sono ampie sacche di scetticismo militante non si creano zone di immunizzazione omogenee e quindi rischiano tutti, scettici e non. 

La zona grigia dello scetticismo moderato

Il problema è “pescare” nella zona grigia che sta tra fautori certi della vaccinazione e no vax ortodossi ed attivamente impegnatia propagare il loro “verbo”, in quegli ambiti cioè dove lo scetticismo non genera barriere insormontabili ma una dialettica che non è detto abbia successo, ma neanche che non ne possa avere. Esiste tutto un mondo di cittadini che non hanno infatti, a parere degli esperti, delle posizioni antiscientifiche che “contengono” e trainano poi anche il rifiuto del vaccino anti covid, ma che sono semplicemente riluttanti. E questa loro riluttanza è spesso figlia di un approccio sbagliato con i media o di una massiva pervasività degli stessi nel subconscio collettivo. 

Il ruolo dell’informazione

Insomma, dire che una certa “informazione” fa la sua parte nel disincentivare la vaccinazione non è affatto un’eresia. Ci sono comportamenti trasversali, dicono gli esperti, con diverse gradazioni di incisività e con dubbi che circolano tra laureati e “persone con bassi livelli di istruzione”. Il ceto medio insomma sembra rispondere bene, ma i troppo ricchi e “colti” (ove le due cose coincidessero) e i troppo poveri sembrano offrire più truppe di quanto non sia accettabile all’esercito dei no vax.