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Variante Delta diffusa nelle scuole, il ricercatore Alessandro Carabelli: "Attenzione a settembre"

Variante Delta scuole

Con la riapertura delle scuole si teme sempre una risalita dei casi di Covid: questa volta a preoccupare è la possibile diffusione della variante Delta.

In Italia e in molti altri Paesi del mondo si torna a respirare un clima di normalità, complice l’arrivo della bella stagione, il supporto prezioso della campagna vaccinale e l’allentamento delle restrizioni. Così in molti stanno organizzando la propria estate all’insegna di vacanze e relax, chi restando nei confini nazionali chi preferendo l’estero (e usufruendo del Green Pass). Tuttavia, come raccomandato più volte dagli esperti, resta fondamentale prestare massima attenzione. Occorre prudenza, perché il virus è ancora in circolazione. Fortunatamente in Italia la curva epidemiologica appare sotto controllo, ma preoccupa la diffusione della variante Delta, che continua ad apportare una brusca risalita dei contagi da Covid-19 nel Regno Unito. In Italia la nuova mutazione del virus, ex variante indiana, sta incrementando la sua diffusione. Ha raggiunto il 22,7% ed è stata individuata in 16 Regioni. La stima viene dalla nuova indagine rapida condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler. Gli esperti avvertono che entro agosto 2021 la variante Delta sarà dominante nel nostro Paese e preoccupa l’arrivo dell’autunno, quando la riapertura delle scuole potrebbe favorirne la diffusione. A spiegarlo è il ricercatore Alessandro Carabelli.

Variante Delta, attenzione alla riapertura delle scuole

Mentre la scuola si prepara a ripartire in presenza dopo mesi di interruzioni, riaperture a singhiozzo e lezioni a distanza, gli esperti avvertono sui rischi di contagio che si insidiano proprio tra i banchi di scuola. Fondamentale che i più giovani si vaccinino, ma è importante anche organizzare una ripartenza in sicurezza della didattica in presenza.

In particolare, in un’intervista a La Repubblica il ricercatore Alessandro Carabelli ha parlato della diffusione della variante Delta, che nelle scuole trova terreno fertile.  Carabelli è un ricercatore originario di Bergamo che ha lavorato nel laboratorio di Anthony Fauci e attualmente è impegnato nel consorzio inglese per il monitoraggio delle varianti. Quando è scoppiata la pandemia era all’università di Nottingham per un dottorato. Oggi dirige uno dei gruppi di ricerca del consorzio inglese COG-UK, concentrato sul monitoraggio delle mutazioni del coronavirus. Dalle sue analisi passano tutti gli aggiornamenti sulla diffusione delle nuove varianti. L’esperto ha spiegato: Nuove mutazioni restano possibili perché il coronavirus non ha ancora finito di adattarsi al nostro organismo.

Come spiegato dal ricercatore italiano, la variante Delta in Inghilterra si è diffusa soprattutto nelle scuole e non è da escludere che ciò avvenga anche in Italia, il prossimo settembre.

Variante Delta, attenzione alla maggiore contagiosità e alle scuole

A preoccupare, come sottolineato anche da Alessandro Carabelli, è l’aumento della contagiosità. “L’indice R0, che indica la capacità di diffusione di un virus in assenza di misure di contenimento, era intorno a 2,5 per il ceppo di Wuhan. La variante Alfa, quella che chiamavamo inglese, era salita tra 4 e 5. La Delta oggi è fra 5 e 7. È un fenomeno che ci aspettiamo, l’abbiamo visto anche con Ebola e vari ceppi di influenza. Quando un virus approda in una nuova specie non si trova mai in una condizione ideale. Deve adattarsi e l’aumento della contagiosità è un aspetto importante della sua evoluzione”, ha spiegato.

Non è possibile al momento stabilire quando si attenuerà la diffusione del virus: “Ci sono ancora diversi cambiamenti che potrebbe fare. Quel che potrebbe accadere è che le mutazioni che conferiscono maggiore contagiosità si sommino a quelle che conferiscono la capacità di sfuggire al sistema immunitario”.

Poi ha precisato che la variante Delta “sembra presentare alta contagiosità e un certo grado di immunoevasione”, ma è importante anche monitorare altre varianti che potrebbero avere simili se non peggiori caratteristiche. Per esempio una variante, al momento limitata, comincia a comparire in Campania e Umbria.

A tal proposito, ha spiegato: “Per ora è un piccolo cluster di 216 casi, sembra abbastanza circoscritto. I ricercatori campani che hanno sequenziato questi virus li hanno depositati in un database pubblico, consultabile in tutto il mondo. In Campania e Umbria vediamo un focolaio di variante Gamma, o brasiliana, cui si è aggiunta una nuova mutazione (P681H). Il ceppo Gamma, comparso a fine 2020, ha una certa capacità di eludere anticorpi e vaccini. La nuova mutazione, invece, svolge il ruolo di dividere in due la proteina spike che il virus usa per contagiare la cellula. Scissa in due subunità, la spike contagia molto meglio. È quel che accade anche con la variante alfa o inglese e con la Delta o indiana”.

Poi ha rassicurato: “Questo ceppo non ha ancora un nome, perché i casi sono molto pochi. Appartiene ancora alla variante Gamma. Fa capire però quanto sia importante monitorare le nuove mutazioni che si accumulano alle mutazioni che le varianti possiedono già”.

Variante Delta si diffonde nelle scuole: la situazione in Gran Bretagna

C’è paura per la diffusione della variante Delta in Italia (e non solo). La riapertura delle scuole, poi l’arrivo della stagione autunnale e del freddo potrebbero peggiore la situazione.

A giugno in Gran Bretagna le scuole hanno registrato molte infezioni, sia con la variante Alfa sia con la Delta. Le ultime due settimane del mese, da quando sono iniziate le vacanze, i contagi sono calati fra gli scolari. Sono aumentati però quelli legati ai viaggi. Nel contesto scolastico purtroppo pesano due fattori: la mancanza di vaccinazioni fra i ragazzi e la maggior contagiosità della Delta”, dichiara Carabelli, raccomandando così massima attenzione anche nel nostro Paese.