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Variante giapponese, Bassetti: "Dovremo convivere per anni con le mutazioni"

Matteo Bassetti

Le parole del direttore della Clinica di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova e componente dell'Unità di crisi Covid-19 della Liguri

Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria, ha fatto il punto sulla variante giapponese, su Adnkronos.

Bassetti sulla variante giapponese

Dobbiamo vigilare, con il sequenziamento” ha spiegato Matteo Bassetti, parlando della variante giapponese. “Non fare terrorismo ogni volta che si trova una variante dall’altra parte del mondo. Dobbiamo metterci in testa che, come dovremmo convivere con il virus per anni così dovremmo farlo con le tante varianti che verranno scoperte” ha spiegato il professore. “In qualche modo come tutte le varianti potrebbe essere più contagiosa, ma non abbiamo certezza che possa sfuggire ai vaccini, occorrono maggiori studi” ha aggiunto Bassetti, sottolineando che non si possono ancora avere risposte riguardo ai vaccini. Servono ulteriori studi per capire se i vaccini possono essere efficaci anche su questa nuova variante del virus. Per il momento non ci sono risposte.

Il Giappone ha gestito molto bene tutte le fasi della pandemia, ma è molto indietro con le vaccinazioni. È quindi probabile che essendoci da loro una quarta ondata di casi, la responsabilità sia proprio di questa variante perché il virus sta girando liberamente” ha spiegato il professore, che pensa che il Giappone sia troppo indietro con i vaccini, tanto da essere già nella quarta ondata di casi. “L’unico modo per combattere le mutazioni è velocizzare le vaccinazioni ed evitare che il virus passi da una persona all’altra. Solo così si evita la selezione delle varianti che comunque ci saranno sempre, almeno 5-6 per paese. È la storia dei virus, dei batteri e dei funghi” ha aggiunto Bassetti. La risposta a questo problema, secondo Matteo Bassetti, è quella di velocizzare il più possibile la campagna vaccinale, anche se le varianti resteranno sempre in ogni Paese, come è normale che sia per quanto riguarda virus e batteri.