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Variante indiana del Covid, cosa sappiamo: dove è diffusa e che effetto hanno i vaccini

Coronavirus

Variante indiana isolata in Veneto, c'è preoccupazione in Lazio per la comunità Sikh. L'efficacia del vaccino su questa mutazione

C’è preoccupazione in Veneto dopo la scoperta di una nuova variante del Covid. A Bassano, in provincia di Vicenza, due persone di ritorno dall’Asia sono risultate positive alla variante indiana. Ma cosa sappiamo di questa nuova mutazione?

Variante indiana in Veneto

“Le varianti ormai sono migliaia, e prima o poi arrivano tutte -così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha annunciato i due casi di variante indiana-. Affrontiamo giorno dopo giorno questi aspetti, e andiamo avanti”. Intanto altri due pazienti sono in valutazione per questa specifica forma di Covid, ma non risiedono a Bassano. “Stiamo gestendo la questione senza allarmismi. La variante c’è, ci è stata comunicata, vogliamo farlo senza ansia” ha concluso Zaia. Da lodare è stato il comportamento dei due positivi alla variante indiana, papà e figlia di ritorno dal Paese asiatico, che si erano posti in isolamento preventivo e avevano segnalato il loro viaggio. “Va riconosciuto ai due di avere seguito in modo molto scrupoloso le regole e questo sicuramente ha consentito di ridurre la possibilità di un’ulteriore diffusione del virus in questa variante, ancora piuttosto rara in Italia” ha sottolineato il direttore generale dell’Ulss 7, Carlo Bramezza.

Variante indiana, preoccupazione in Lazio

La notizia della presenza in Italia della variante indiana ha preoccupato in particolare la Regione Lazio. Sono finiti sotto la lente gli appartenenti alla comunità sikh del territorio di Latina: si tratta di circa 15mila persone. “È in corso a Latina una vasta indagine epidemiologica nei confronti della comunità Sikh che opera prevalentemente nel settore agricolo -spiega Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio-. È stata offerta massima collaborazione grazie alla straordinaria opera di mediazione del Prefetto di Latina in costante collaborazione e cooperazione con la Asl e le autorità religiose. I test sono stati inviati all’Istituto Spallanzani per i sequenziamenti per verificare ipotesi di varianti. Siamo in attesa dei risultati e sono in costante contatto con la Asl e il Prefetto per valutare l’evolversi della situazione”.

Variante indiana, il commento di Crisanti

“Se la variante indiana di Sars-CoV-2 è stata trovata in Veneto, vuol dire che è già ampiamente diffusa anche altrove. Perché il nostro Paese ha una bassissima capacità di sorveglianza, non ha la sensibilità necessaria per intercettare tempestivamente i mutanti” spiega il virologo Andrea Crisanti. “Ed io sono mesi che dico che bisogna creare un sistema di sorveglianza adeguato in Italia, che ancora non c’è”. Come spiega il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova: “tutte queste nuove varianti rappresentano una minaccia sia alle riaperture, per le quali è già un problema la variante inglese, ma sono una minaccia anche al programma di vaccinazione. Vanno monitorate e noi ancora non abbiamo la capacità per farlo“. Il professore si concentra poi sulla variante indiana, secondo lui ad alta capacità di trasmissione. “Quella indiana sembra una variante che ha un’elevata capacità di trasmissione e, sulla base delle mutazioni che la caratterizzano, potrebbe avere anche una certa resistenza al vaccino. Ciò significa che se una persona vulnerabile è protetta dall’infezione da variante inglese/europea, con questa potrebbe non esserlo altrettanto e fare una malattia più grave”.

Variante indiana e vaccini

Sulla pericolosità della variante indiana e sull’efficacia dei vaccini si è espressa Antonella Viola. “Le varianti del virus non sono una novità, ormai lo sappiamo. E non devono generare panico, ma prudenza -commenta l’immunologa-. Questa variante identificata in India ha due mutazioni potenzialmente preoccupanti sulla proteina Spike ma non ci sono dati che possano farci pensare che sia più trasmissibile o che generi una malattia più severa. È possibile invece che possa ridurre leggermente l’efficacia dei vaccini, come quella sudafricana, ma anche in questo caso servono dati prima di esprimersi”. Per l’immunologa dell’università di Padova è “giustissima” la decisione di bloccare i voli dall’India, ma non bisogna creare allarmismo. “Anche nei confronti della variante sudafricana i vaccini comunque sembrano conferire protezione, seppur con una efficacia minore, quindi l’unica cosa da fare è continuare a contenere e vaccinare”.