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Variante Omicron, la metà dei farmaci ai no vax: ospedali a secco di monoclonali

Covid-19: il farmaco anakinra riduce mortalità e ricoveri tra i pazienti gravi

Data la quantità di no vax ricoverati in gravi condizioni, gli ospedali hanno esaurito le scorte di farmaci efficaci contro la variante Omicron.

Diversi esperti tra cui Menichetti, Andreoni e Maggi hanno evidenziato che la metà dei farmaci disponibili negli ospedali per curare il Covid vengono destinati ai no vax: la regola è infatti quella di dare precedenza a chi rischia di progredire verso una fase grave della malattia e, in questo momento, la pleatea è costituita in gran parte dai non vaccinati.

La metà dei farmaci ai no vax: mancano i monoclonali

Intervistati da Repubblica, costoro hanno sottolineato che “stiamo spendendo una quantità enorme di risorse per curare una minoranza della popolazione che non vuole vaccinarsi per ragioni puramente ideologiche, irrazionali“. Al momento, dei tre anticorpi monoclonali in uso in Italia solo uno (Sotrovimab) è efficace contro la variante Omicron ed è esaurito. “Da noi è finito verso la Befana, l’ultimo l’ho chiesto alla Regione per un bambino con la leucemia“, ha spiegato Menichetti.

Stessa situazione a Roma, dove gli ultimi disponibili sono stati utilizzati per pazienti leucemici ad altissimo rischio. Essendo l’unico in grado di aiutare contro la Omicron, vengono tenuti da conto e somministrati solo a pazienti questa mutazione. “Chi parla di raffreddore dovrebbe fare un giro da noi, anche con la nuova variante il Covid resta una malattia da prendere con molta cautela“, ha aggiunto l’esperto.

La metà dei farmaci ai no vax, mancano i monoclonali: in arrivo le pillole

Per gli antivirali in pillola serve ancora tempo mentre di Molnupiravir, il farmaco di Merck Sharp & Dohme, sono arrivati i primi 12 mila cicli il 4 gennaio. Altre forniture sono attese a fine mese, insieme all’altro medicinale Paxlovid di Pfizer.