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Vaticano: suore trattate come domestiche dai vescovi

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L'Osservatore Romano lancia un pesante sasso in Vaticano. Nel mensile Donna Chiesa Mondo, si denuncia il trattamento riservato alle suore

Pesantissima accusa all’interno del Vaticano. L’Osservatore Romano, tramite il mensile Donne Chiesa Mondo, denuncia una grave situazione di sfruttamento e maschilismo all’interno della Chiesa romana. Le suore, infatti, vivrebbero in una condizione di servitù nei confronti dei vescovi, e sarebbero frustrate dalla vita che conducono. Alcune religiose si spingerebbero ad assumere degli ansiolitici per sopportare questa situazione pesante. Papa Francesco, recentemente, aveva affermato di essere preoccupato per il persistere della mentalità maschilista.

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La situazione sarebbe a dir poco scandalosa. Proprio i massimi esponenti, o almeno diversi tra questi, di una religiosa che predica bontà, sacrificio e solidarietà, sarebbero invece creatori di un clima di sfruttamento in Vaticano. Le vittime di questa situazione sono le suore, trattate come delle domestiche dai vescovi. A scoperchiare questo vaso di Pandora è un’inchiesta dell’Osservatore Romano pubblicata sul mensile Donne Chiesa Mondo. Sono raccolte testimonianze di questa situazione che stona terribilmente con quelli che sono i precetti del Cristianesimo.

Testimonianza suora

Si prende, per esempio, la testimonianza di una suora africana, in Vaticano da circa 20 anni. Da allora accoglie religiose provenienti da tutto il globo, e da un po’ di tempo ha scelto di testimoniare ciò che vede e che ascolta sotto il sigillo della confidenza. Si è trattata, come possiamo immaginare, di una decisione molto difficile.

La religiosa ha affermato di ricevere molto spesso suore in situazione di servizio domestico decisamente poco riconosciuto. Alcune di loro servono nelle abitazioni di vescovi o cardinali, altre lavorano in cucina in strutture di Chiesa o svolgono compiti di catechesi e d’insegnamento. Alcune di loro, impiegate al servizio di uomini di Chiesa, si alzano all’alba per preparare la colazione e vanno a dormire una volta che la cena è stata servita, la casa riordinata, la biancheria lavata e stirata. In questo tipo di situazione, le suore non hanno un orario né preciso né regolamentato, come i laici. La loro retribuzione è aleatoria, spesso poco dignitosa.

Non solo, le suore, nella maggior parte dei casi, non sono invitate a sedersi alla tavola dove servono. La suora si chiede: “Un ecclesiastico pensa di farsi servire un pasto dalla sua suora e poi di lasciarla mangiare sola in cucina una volta che è stato servito? È normale per un consacrato essere servito in questo modo da un’altra consacrata? E sapendo che le persone consacrate destinate ai lavori domestici sono quasi sempre donne, religiose? La nostra consacrazione non è uguale alla loro?”.

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Frustrazione

Tutta questa situazione spiacevole suscita in alcune delle suore una ribellione interiore molto intensa. Le religiose arrivano a provare una profonda frustrazione. Tuttavia, hanno ovviamente timore parlare e a farsi sentire. Dietro a tutto questo ci possono essere situazioni personali molto complesse e difficili. Nel caso di suore straniere venute dall’Asia, dall’Africa o dal Sud America, sono presenti una madre malata le cui cure sono state pagate dalla congregazione della figlia religiosa, oppure un fratello che ha potuto compiere i suoi studi in Europa grazie alla superiora. La frustrazione porta alcune di queste donne a far uso di ansiolitici.