Caracas, 2 dic. (askanews) – Nicolàs Maduro si mostra in piazza mentre le tensioni con gli Stati Uniti continuano a crescere. Davanti al palazzo di Miraflores, fra bandiere e sostenitori, il presidente venezuelano ha rilanciato la sfida a Washington in risposta al rafforzamento militare americano nei Caraibi.
Il raduno arriva dopo l’ultimatum telefonico del 21 novembre: durante quella conversazione, il presidente statunitense Donald Trump aveva dato a Maduro tempo fino al 28 novembre per lasciare il Paese con la famiglia.
Caracas ha definito tale richiesta un atto di pressione “coloniale”.
“Ho cattive notizie per l’impero e ottime notizie per il popolo – ha detto il presidente del Venezuela – non è un uomo. Non è Maduro: è un popolo eccezionale, disposto a lottare per questa patria negli anni a venire.”
Il presidente ha poi espresso la sua ferma decisione di restare al potere: “Qui mi ha lasciato Chàvez, qui mi avete posto voi in tre elezioni, e qui resterò per servire il popolo per sempre, per sempre, forever, forever. Per costruire una patria bella.”
Maduro, ballando e sventolando la bandiera venezuelana, ha chiuso il comizio assicurando ai suoi sostenitori che “il Venezuela è nato per vincere”. “Noi vogliamo la pace – ha insistito -a una pace fondata su sovranità, uguaglianza, libertà. Non una pace da schiavi, né quella delle colonie”.