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Venezuela, rilasciato il giornalista Roberto Di Matteo, il padre: 'Sicuramente contatterà prima la moglie'

roberto di matteo

Rilasciato il giornalista italiano Roberto Di Matteo, che sabato scorso era stato arrestato in Venezuala con altri tre colleghi.

L’incubo è finito, o quantomeno sta finendo per Roberto Di Matteo, giornalista reporter arrestato sabato in Venezuela, insieme ad altri due colleghi (uno svizzero ed uno venezuelano). Poche ore fa è stato rilasciato dalle autorità, assieme a Filippo Rossi e Jesus Medina, mentre questi stavano svolgendo ricerche sul penitenziario di Aragua. Pienamente soddisfatto Angelino Alfano che definisce lo scarceramento come una “buona notizia”.

Roberto Di Matteo Libero

Dopo circa 24 ore di fermo, sono stati quindi liberati i tre giornalisti, tra cui il nostro connazionale Roberto di Matteo. A rendere nota la vicenda, secondo quanto ha riferito per primo il sito venezuelano El Nacional, sono stati il sindacato venezuelano della stampa Sntp e l’organizzazione Espacio Público, i quali avevano diffuso la notizia del triplice arresto. Il rilascio dei tre uomini è stato reso noto ancora dal Sntp. La conferma dello scarceramento è arrivata poi con in un tweet del nostro vice ministro degli Esteri Mario Giro: “Rilasciati i giornalisti fermati in Venezuela. #RobertoDiMatteo”. La notizia è apparsa anche sul sito de Il Giornale, principale testata con cui roberto Di Matteo collabora.

Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha così commentato: «Abbiamo seguito la vicenda tramite la nostra ambasciata ed il nostro consolato generale a Caracas con la massima attenzione e per noi questa è una buona notizia».

roberto di matteo

L’arresto in Venezuela

I tre giornalisti erano stati fermati sabato in Venezuela, mentre tentavano di entrare in un carcere nello Stato di Aragua per condurre un’inchiesta. I tre, ha reso noto il sindacato, stavano conducendo un’inchiesta giornalistica nel centro penitenziario di Aragua, nel nord del Paese, meglio conosciuto come il carcere di Tocoron, ma sono stati fermati dalla Guardia Nazionale Bolivariana. Erano accusati di aver fatto entrare attrezzature audiovisive senza autorizzazione.

Commento del padre

Il padre del giornalista Roberto Di Matteo ha dichiarato all’Ansa che spera che il figlio rientri. Lui non lo ha ancora sentito perché all’ex prigioniero era stato sequestrato il cellulare. Troverà la maniera per telefonare, ma, secondo il padre, sentirà per prima la moglie.

Venezuela e carceri

In Venezuela c’è una situazione difficile con i carceri. Nello stato sudamericano vi sono poco più di 30 carceri, previsti per una popolazione penale di circa 16 mila individui. Il problema è che attualmente albergano più di 80 mila detenuti. Poco più di una anno fa, proprio nel carcere di Aragua c’è stata una rivolta. Un gruppo di detenuti ha fatto esplodere due bombe artigianali, sembra a causa di una scontro fra bande rivali per il controllo dei traffici illeciti nel penitenziario.

Secondo le Ong, che si occupano della situazione nelle carceri venezuelane, la maggior parte delle prigioni è di fatto in mano a bande organizzate di detenuti, che molte volte dispongono anche di armi pesanti ed esplosivi. Su questa realtà difficilissima, Roberto Di Matteo, Filippo Rossi e Jesus Medina stanno indagando.