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Ventenne uccisa dal suo ex: Pm gli dà l'ergastolo

Ventenne uccisa

Ventenne massacrata a Catania dal suo convivente nel 2015, ora il Pm chiede per lui l’ergastolo, con l’aggiunta di un isolamento nelle sole ore diurne.

Ventenne uccisa a coltellate nel catanese due anni fa. Ora il Pm ha chiesto per il responsabile dell’omicidio l’ergastolo e l’isolamento diurno.

Fu una delle vicende più crudeli del 2015, che non mancò di colpire gli italiani per la sua efferatezza e violenza, ed anche perché a cadere vittima di tanta brutalità, fu una mamma di appena 20 anni.

Lei si chiamava Giordana Di Stefano, ed all’epoca dei fatti aveva solo 20 anni. Da quattro anni era la mamma di una stupenda bambina chiamata Asia. La piccola era stata concepita con Luca Priolo, anche lui molto giovane al momento della nascita della figlia.

La coppia non funziona, e Giordana si allontana da Luca, ma quest’ultimo non vuole separarsi, ed anzi fa di tutto per rimanere, sia pure in modo morboso, vicino alla ragazza.

Le attenzioni del ragazzo però, sfociano in azioni di vera e propria persecuzione, e Luca arriva a mettere in piedi un atteggiamento da stalker, che Giordana naturalmente non sopporta.

E’ un periodo difficilissimo per lei, che tuttavia non rinuncia alla sua voglia di libertà, al diritto di ricostruirsi una vita senza di lui, ed è per questo che arriva a denunciare il comportamento di Priolo.

L’uomo però non la smette, ed il 7 ottobre ottiene di incontrare la sua ex-compagna. I due si vedono in una strada fuori mano a Nicolosi, nella provincia di Catania. Con sé Luca ha un coltello, e proprio con questo ad un certo punto dell’incontro, colpisce in modo mortale più e più volte la ragazza ventenne, che muore nella sua auto, senza riuscire a difendersi o a scappare.

Priolo a questo punto prova a far perdere le sue tracce dandosi quanto più in fretta può alla fuga. La meta scelta da Luca per scappare dalle autorità è Milano, ma proprio alla stazione del capoluogo lombardo, i Carabinieri lo rintracciano, anche grazie ad un SMS inviato dal giovane al padre, nel quale gli spiegava di aver fatto una sciocchezza.

Fin dai primi istanti Luca Priolo si dichiarava colpevole dell’uccisione di Giordana, seppure per un certo periodo riferì elementi fuorvianti, atti ad alleggerire la sua posizione. Luca parlò di raptus, poi del fatto che il coltello che aveva con sé serviva quale strumento di autodifesa.

Le indagini hanno in parte smontato queste deposizioni, del resto Luca Priolo avrebbe dovuto presenziare al primo incontro per i fatti denunciati da Giordana, ed appare evidente che pur di sottrarsi alle sue responsabilità, l’uomo abbia provato a togliere di torno la donna che lo denunciava.

Ora Luca Priolo, assassino di Giordana Di Stefano, dopo quanto richiesto dal Pm che ha seguito il caso, rischia la condanna all’ergastolo, al quale potrebbe essere aggiunto anche l’isolamento nelle ore diurne, fatto che renderebbe la pena ancora più severa, per quello che è stato un femminicidio tra i più violenti e brutali degli ultimi anni.

Da ricordare infine, che nel processo svoltosi contro Luca Priolo, si sono dichiarate parti civili, sia i genitori della povera ventenne, che la figlia della stessa. La posizione del Priolo è anche resa più complessa per l’idea che l’omicidio sia stato premeditato, e che non sia derivato da un raptus, come invece l’assassino avrebbe dichiarato nel corso dei primi interrogatori.