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Verona, 13enne adescata online tramite chat: madre chiede aiuto

Verona

Verona: una madre chiede aiuto per sua figlia. La tredicenne è stata adescata tramite la chat di un gioco online. Pronto l'intervento della Polizia Postale.

Internet è diventato il maggiore e miglior mezzo di fuga dalla realtà che ci circonda. Meglio ancora se tale fuga è abbellita dalle prospettive del divertimento e del gioco. Parecchi ormai i giochi online che spopolano sulla rete. Molti riprendono il modello dei giochi gestionali di strategia. Uno famoso tra di loro è Clash of Clans (2012). Su giochi come questo, la comunicazione tra i partner della stessa fazione è fondamentale per stabilire un modo comune di agire. Le chat tra i giocatori sono anonime e la totale assenza di foto rende tutto parecchio confuso. Un mondo divertente e alienante allo stesso tempo dove si può rischiare di fare brutti incontri se non si è cauti e attenti. Così è successo a una ragazzina di tredici anni di Verona. Ha rischiato di diventare vittima di alcuni suoi amici di gioco.

A salvarla è stata la madre,che accortasi che qualcosa non andava ha tampinato la figlia fino a costringerla a raccontare la verità. Da lì poi è scattata la denuncia contro ignoti. Al momento sono in corso le indagini del nucleo della Polizia Postale di Verona. Posti sotto sequestro tutti i dispositivi elettronici della tredicenne.

Verona, il racconto di una madre

Quasi incredula la madre della ragazzina per il pericolo scampato. La totale mancanza di attenzione da parte della figlia ha lasciato la donna esterrefatta. Ha raccontato di essersi accorta del cambiamento della figlia solo da qualche tempo. Il gioco online in questione la stava totalmente assorbendo. Aveva ridotto all’osso i contatti con gli amici reali e giudicava quelli virtuali molto più fedeli e simpatici. Persone completamente estranee. I genitori hanno lasciato correre questo piccolo inconveniente al tempo. La ragazza aveva ottimi voti, per cui non c’era nessun motivo per distoglierla dal gioco. L’unica regola imposta dai genitori era l’uso limitato, se non il divieto di usare i social media come Facebook e Instagram, giudicate fonte di pericoli per una ragazzina.

Poi arriva il compleanno e scattano i 13 anni. Le viene regalato il suo primo cellulare. Da allora nascono i primi cambi di atteggiamento. La madre ha iniziato a notare qualcosa. La figlia cambiava rapidamente schermata quando lei entrava in stanza. Rispondeva male o in maniera elusiva. Poi l’agghiacciante scoperta. La figlia aveva dei lividi sul braccio sinistro e sulle spalle. Alla richiesta di spiegazioni infine la figlia ha iniziato a vuotare il sacco.

Il racconto della giovane

I lividi sul corpo della giovane di Verona erano parte di una serie di richieste a sfondo sessuale che alcuni contatti dalla chat richiedevano alla tredicenne. Scorrendo i messaggi della chat di gioco e di Instagram (fatto di nascosto dai genitori) era emerso che già da tempo alcuni dei suoi contatti richiedevano foto intime della giovane. Foto che aveva fatto e mandato a questi ignoti. Quasi sicuramente più grandi di lei anche a giudicare dalle foto di nudo che lei stessa ha ricevuto da questi fantomatici amici online. Conversazioni molto spinte in alcuni punti. Una storia che ha fatto accapponare la pelle della madre della ragazza. Specie quando uno degli sconosciuti si è proposto di andare a trovare la giovane.

Immediata la denuncia della madre alla Polizia Postale che ha posto sequestro i mobile devices della ragazzina. Ragazzina che nella sua incoscienza ha avuto la scaltrezza di non farsi mai vedere in faccia. Una mossa che sicuramente le risparmierà un sacco di problemi nell’immediato futuro. La ragazzina è salva e la paura ha fatto si che la prudenza e il buon senso riprendessero il controllo della sua vita.