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Veronica Lario: "Rinunciato alla carriera per fare la madre"

veronica lario

Veronica Lario contro la sentenza della Corte d'Appello di Milano dopo l'annullamento del suo assegno di mantenimento da 1,4 milioni al mese

Secondo le ultime dichiarazioni di Veronica Lario, la donna avrebbe rinunciato in giovane età alla carriera di attrice per dedicarsi alla casa, alla famiglia e ai tre figli Barbara, Eleonora e Luigi. La notizia viene riportata dall’agenzia di stampa Radiocor. La quale ha pubblicato il contenuto del ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello di Milano. Questa stessa, nello scorso novembre, aveva azzerato il maxi assegno di mantenimento della ex first lady di Silvio Berlusconi emesso dopo il divorzio, pari a ben 1,4 milioni mensili.

La situazione, sempre secondo Veronica Lario, avrebbe dato al Cavaliere due vantaggi. Silvio Berlusconi, grazie a lei, si sarebbe potuto dedicare più liberamente e intensamente alle diverse quanto molteplici attività imprenditoriali. Nel frattempo sarebbe anche riuscito a costruirsi un’immagine di capo di una famiglia felice, molto sfruttata nella propria vita politica. La sentenza data a Veronica Lario in merito all’assegno di mantenimento secondo i legali della donna merita di essere annullata per svariati motivi.

La contestazione di Veronica Lario

In sintesi, così come ha potuto ricostruire l’agenzia Radiocor, gli avvocati di Veronica Lario contestano il nuovo orientamento dato dalla famosa ‘sentenza Grilli‘. L’anno scorso il noto economista si era visto riconoscere dalla cassazione il diritto a non dovere mantenere la moglie. La ex consorte, infatti, risultava “economicamente autonoma”. Ma i legali della Lario si scagliano ora anche contro i calcoli effettuati sul patrimonio della donna. Su di esso, oltre al vizio di ‘omesso esame’, sono stati commessi ‘gravi errori di diritto‘ e tecnici.

Per questo motivo, sempre secondo gli avvocati, è surreale e iniqua l’ipotesi che la ex first lady sia obbligata a restituire tre annualità del maxi assegno, parti a circa 45 milioni. Il tutto dovrà essere restituito, come stabilito dal Tribunale di Milano, a Silvio Berlusconi. “Compresi gli importi da lei doverosamente versati al fisco e praticamente irrecuperabili”. Ed è proprio questo il punto che più preoccupa i legali della Lario. I quali, infatti, fanno tale richiesta alla suprema corte. “Anche qualora non condividessero” altri motivi di annullamento della sentenza del Tribunale di Milano, quanto meno si dovrà di eliminare un capo. Ovvero quello “relativo alla decorrenza della revoca dell’assegno” divorzile. Quest’ultimo, sempre secondo il loro parere, deve essere infatti considerato “destinato al consumo anche indipendentemente dalla sua misura” nonché “irripetibile”.