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Veronica Panarello: "a Torino le altre detenute mi isolano"

Veronica Panarello

Veronica Panarello, condannata per l'uccisione del figlio Loris, lamenta di essere stata trattata in maniera diversa rispetto ad Anna Maria Franzoni.

Il trasferimento nel carcere modello Le Vallette di Torino non sembra aver giovato a Veronica Panarello, condannata a 30 anni di carcere per l’omicidio del figlio Andrea Loris Stival. La donna fa sapere, attraverso i suoi legali, che sarebbe isolata dalle altre detenute. La mamma di Santa Croce Camerina lamenta poi un trattamento diverso rispetto al caso di Anna Maria Franzoni.

Veronica Panarello isolata

Veronica Panarello torna sulle pagine di cronaca. Nonostante il trasferimento nel carcere modello Le Vallette di Torino, la mamma di Santa Croce Camerina si troverebbe in una condizione di “isolamento” imposto di fatto dalle altre detenute, che non gradirebbero la presenza della donna giudicata in due gradi di processo l’omicida del figlio Andrea Loris Stival.

“Non sto bene, voglio tornare a casa mia. Sono isolata, le altre detenute non mi vogliono. Non so più nulla di mio figlio (Diego, ndr), mi manca il mio bambino. La condanna a 30 anni è ingiusta. Voglio conoscere le motivazioni della sentenza per capire perché devo restare in carcere” avrebbe fatto sapere attraverso i suoi legali, come raccontato da Storie Italiane.

L’avvocato Villardita sostiene infatti che “l’ex coniuge era obbligato a dare notizie e a mandare fotografie del figlio Diego, ma non l’ha fatto”. “Non è una informazione corretta, Davide ha sempre onorato il provvedimento: ha mandato foto e lettere, l’avvocato Villardita sa che Davide lo ha fatto anche prima della sentenza, a luglio e anche pochi giorni fa” replica a stretto giro l’avvocato Daniele Scrofani, che difende il marito della donna, Davide Stival.

Il caso diverso di Anna Maria Franzoni

Sul tavolo però anche un’altra questione, ovvero il presunto trattamento diverso rispetto al caso di Anna Maria Franzoni. “La differenza la intravedo nelle richieste fatte dalla difesa: noi abbiamo richiesto una prima perizia psichiatrica e ne abbiamo chiesta un’altra in appello, che non ci è stata concessa, a differenza di quanto accaduto alla Franzoni” spiega Villardita.

“L’esito della prima perizia è che ci sono dei tratti disarmonici di personalità, che sono la causa dell’improvvido comportamento processuale. – spiega l’avvocato – Se l’improvvido comportamento processuale è derivato da un tratto disarmonico di personalità talmente forte, le generiche potevano essere date“. “Noi andremo in Cassazione e vedremo cosa succederà, non voglio paragonare due casi: – chiarisce quindi – qua il problema è l’omicidio del figlio. Fermo restando la responsabilità penale, bisogna discutere sulle generiche in situazioni analoghe”.