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Vertice Ue, Conte: Veto se non c'è responsabilità condivisa

Conte pronto per il vertice Ue

Il modello sarà quello del caso Aquarius: smistare i migranti in Paesi diversi dall'Italia, in un meccanismo di responsabilità condivisa.

Inizierà alle 15 del 28 giugno il vertice Ue, il primo che vedrà la partecipazione di Giuseppe Conte come rappresentante del governo italiano. Dopo una serie di accordi bilaterali e di incontri preparatori, i capi di Stato dell’Unione sono pronti a incontrarsi a Bruxelles. Al centro del dibattito ci sarà il tema dei migranti. Il governo italiano presenterà agli altri Stati membri le sue richieste: l’introduzione di una responsabilità condivisa di tutti i Paesi dell’Unione nella gestione dei migranti salvati in mare e il finanziamento da parte dell’Ue delle operazioni per arginare i flussi mediterranei.

Conte al vertice Ue

La prima richiesta che il premier Conte avanzerà a Bruxelles si basa su quello che ormai è diventato, per sua stessa ammissione, una sorta di mantra del governo italiano: chi sbarca in Italia, sbarca in Europa. L’Italia non può essere lasciata sola, in quanto principale Paese di primo arrivo, a gestire l’enorme flusso di migranti che attraversano il Mediterraneo per arrivare in Europa. La soluzione, secondo Conte, è un meccanismo di responsabilità condivisa tra tutti gli Stati membri. Il modello da seguire è quello del caso Aquarius, che deve diventare una sorta di spartiacque nella politica europea. I migranti salvati in mare dalla guardia costiera o dalle Ong dovranno sbarcare in tutti i Paesi costieri dell’Ue. Verranno poi smistati equamente tra gli Stati dell’Unione, dove saranno identificati e divisi nelle due grandi categorie dei richiedenti asilo e dei migranti economici.

I finanziamenti

Ma il premier Conte avanzerà anche un’altra richiesta a Bruxelles, che riguarda i fondi europei per arginare i flussi migratori nel Mediterraneo centrale, ovvero quelli che interessano maggiormente l’Italia. Secondo le stime della Commissione europea, il fondo è in negativo di almeno 500 milioni di euro. Soldi che devono arrivare proprio da tutti gli Stati membri dell’Ue.

Su questo punto Conte sarà irremovibile. Il premier ha dichiarato che se il finanziamento non verrà garantito e rispettato, l’Italia porrà il veto sui 3 miliardi di euro da pagare alla Turchia secondo quanto stabilito dagli accordi di Ankara.

Gli accordi di Ankara

Si tratta di un’intesa tra l’Ue e la Turchia sancita nel 2016 al fine di diminuire i flussi migratori provenienti dal Medio Oriente attraverso la rotta balcanica. Il governo turco ha accettato di ospitare sul proprio territorio i migranti provenienti da est, in prevalenza siriani in fuga dalla guerra civile. In cambio, Ankara ha ottenuto un finanziamento europeo in diverse tranche. La prima, da 3 miliardi, è già stata pagata dall’Unione. Ora si avvicina il momento di versare la seconda.

L’accordo ha dato i suoi frutti: i flussi balcanici verso l’Europa sono stati quasi azzerati, con conseguente diminuzione dei cosiddetti movimenti secondari, ovvero il trasferimento di migranti da un Paese all’altro dell’Unione senza la necessaria autorizzazione. Il premier Conte vuole però porre l’accento sui movimenti primari, ovvero sull’arrivo dei migranti in Europa, condizione che solitamente coincide con lo sbarco in Italia.

La questione, dunque, ruota intorno al principio del “Paese di primo approdo“, sancito dagli accordi di Dublino e ribadito dalla presidenza bulgara del Consiglio europeo, ma fortemente contestato dall’Italia.