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Villa Visconti, l'abbandono della cultura e dell'arte a Piacenza

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Villa Visconti, conosciuta come Palazzo di Tornora, è un grande complesso edilizio del Quattrocento, appartenente alla casata dei Visconti,

Villa Visconti è un edificio rinascimentale di Saliceto di Cadeo, in provincia di Piacenza. L’edificazione di una struttura ormai caduta in abbandono risale XVI secolo. Purtroppo, però, dal 1982 (anno di partenza degli ultimi inquilini della villa) la struttura è caduta nel degrado. Di recente una studentessa universitario di Architettura ne ha evidenziato l’importanza artistica e culturale, svelando alcuni dei misteri che si celano al suo interno.

Villa Visconti, l’etimologia

A pochi passi da Saliceto di Cadeo, precisamente nel territorio di Chiavenna Landi, si trova una villa rinascimentale nascosta e abbandonata tra la vegetazione toscana. Gli studiosi si dividono sulle origini e sul nome della struttura. Da un lato ci sono coloro che la chiamano Villa Visconti, in ricordo della nobile famiglia milanese; dall’altro lato invece Villa Casati, in onore di una delle famiglie nobiliari del piacentino (Casati-Rollieri).

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La struttura

Villa Visconti, oggi conosciuta come Palazzo di Tornora, è un grande complesso edilizio del Quattrocento, appartenente a un ramo della casata milanese dei Visconti, infeudati di Saliceto nel 1477. Si apre al pubblico con un doppio loggiato caratterizzato da un susseguirsi di archi che danno continuità e movimento alla struttura. Con un estensione di 820 metri quadrati si tratta di uno dei maggiori patrimoni artistici e culturali di Piacenza. Secondo alcuni racconti della tradizione, non si esclude che la villa rinascimentale sia stata luogo di passaggio e punto di ristoro per i pellegrini. Le ricostruzioni della storia dell’edificio, però, sono frammentarie. Fino al 1477 i Visconti regnarono su Saliceto di Cadeo ed è forse per questo motivo che la villa porta il loro nome.

Progetto di restauro

La villa rinascimentale è caduta in abbandono nel 1982, ma la studentessa di Architettura, con la sua tesi, ha voluto redarre un progetto di restauro. Secondo le sue ambizioni, negli 820 metri quadrati di estensione potrebbe sorgere un ristorante, correlato a un “caffé” con uno spazio esterno dedicato ai concerti di musica dal vivo. Tuttavia, la vegetazione ha invaso negli ultimi anni la struttura e le numerose infiltrazioni dai tetti ne stanno rovinando gli interni. Gli attuali proprietari dell’immobile stanno facendo cadere in un lento degrado un grande patrimonio.