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Villa Heigelin: custodì i segreti della massoneria napoletana

Villa Heigelin

Villa Heigelin a Napoli: l'imponente dimora in cui la massoneria si riuniva. Storia e segreti di una loggia antichissima.

La Massoneria di Napoli si riuniva nella maestosa Villa Heigelin a Capodichino. Questo luogo segreto era frequentato anche da celebrità dell’epoca del calibro di Johann Wolfgang von Goethe e Percy Bysshe Shelley, esponenti del Romanticismo letterario.

Villa Heigelin a Napoli: la storia

Pochi sanno che nell’affascinante Napoli esisteva una splendida dimora massonica settecentesca. Il tedesco Christian von Heigelin, barone di Eyben, si trovava in città come ambasciatore di Danimarca presso la corte dei Borboni. Fu proprio lui che, nel 1760, fece costruire Villa Heigelin tra Capodimonte e i colli Aminei. La struttura, che sorgeva al civico 201 della Calata Capodichino, fu una tappa obbligatoria dei principali massoni europei. In questo luogo segreto si riunivano iniziati e adepti per compiere i loro misteriosi riti e dar vita alla maison.

Villa Heigelin

La descrissero come una delle più belle dimore di lusso dell’epoca, dalla quale si potevano ammirare le colline circostanti fino a scorgere il mare in lontananza. Il giardino, in perfetto stile massonico, era ricco di simbologie che seguivano i suoi vialetti e labirinti. Ospitava inoltre un teatro all’aperto, un romitorio con celle per praticare riti spirituali e vasche e fontane con getti d’acqua usate nei rituali. Questo fu indicato come il primo esempio di giardino Massonico più bello d’Europa.

Villa Heigelin era celata dalla vista di occhi indiscreti: Capodichino si presentava come fitta boscaglia. Si preferì questa dimora al centro, proprio per via della sua riservatezza. L’unico modo per accedervi era percorrere a piedi o a cavallo una ripida salita. La bellezza del giardino che si presentava davanti ai coraggiosi, li ripagava della fatica del viaggio. Presso le stanze della magione, vi soggiornarono personalità di spicco tra le quali: Diego Naselli D’Aragona, la Regina Carolina e con loro molti altri.

Il barone Heigelin continuò con la sua opera massonica anche dopo il 1775, anno in cui il re Carlo III di Borbone sciolse definitivamente la massoneria, condannò e arrestò il gruppo di adepti napoletani.

Villa Heigelin custode di segreti

In quegli anni Villa Heigelin, detta anche Villa dei Templari, divenne sede di riunioni giacobine. Nel 1777, in questa stessa dimora, fu fondata la gran loggia “Torre di Guardia” diretta da Von Heigelin stesso e da Diego Naselli D’Aragona che nel frattempo era diventato Gran Maestro dei Templari italiani a Napoli.

La loggia rimase attiva fino al 23 novembre 1789, quando la Regina Maria Carolina, a seguito di quanto accaduto durante la Rivoluzione francese, ordinò di cessare tutte le attività che si svolgevano al suo interno.

Nei primi anni dell’800 Villa Heigelin tornò al suo antico splendore: il barone Karl Eberhard von Wachter si impegnò a risvegliare la Torre di Guardia, iniziando una fitta corrispondenza con i Templari veneti e la massoneria egizia di Cagliostro.

Ricordi di un tempo passato

La maestosa dimora che per anni custodì riti spirituali e segreti fu via via abbandonata e dimenticata. Durante la Seconda Guerra Mondiale Villa Heigelin subì pesanti bombardamenti e si persero le tracce di ciò che rimase. Attualmente non restano che scavi archeologici non accessibili al pubblico. Qui si possono contemplare le tracce di un passato ancora da scoprire che preservò la segretezza dell’iniziazione Massonica, un presunto Ordine dei Cavalieri Templari.

La Galleria Umberto I a Napoli fu costruita nel 1887 e racchiude al suo interno elementi che rimandano alla massoneria. In stile Liberty, la galleria venne inaugurata nel 1890 e presto i commercianti la usarono come punto di ritrovo. Le colonne che reggono il porticato della facciata rappresentano uno dei capisaldi del pensiero massonico. Quale? L’incontro tra sacro e profano, tra bene e male e il percorso che ogni adepto compie per elevarsi al divino. Alcune sculture che si trovano nelle nicchie laterali e sul frontone, rimandano anch’esse all’ordine segreto. Queste hanno il compito di incoraggiare l’uomo al lavoro e al progresso scientifico. Le quattro stagioni, tema ricorrente della struttura, indicano il corso della vita degli uomini. Tre segni zodiacali, impressi sul pavimento a mosaico, guidano ogni stagione.

Villa Heigelin

Il numero otto è ampiamente presente in tutta la galleria, a partire dall’incrocio ortogonale dell’architettura stessa. L’ottagono, secondo la tradizione della massoneria, richiama alla vita eterna e quindi all’infinito. Sono otto poi i pennacchi della cupola sulla quale vi sono raffigurate otto figure femminili che reggono otto lampadari. La luce che proviene da questi secondo le idee massoniche, scaccia le ombre che tengono prigioniera la verità.

Infine è visibile una Stella di David sul tamburo della cupola. Si tratta di un simbolo antico, formato da due triangoli equilateri: l’equilibrio tra acqua e fuoco, cielo e terra.Villa Heigelin