Cosa succede ai luoghi che hanno lanciato l’uomo nello spazio quando la tecnologia è superata? Unitevi a noi in un viaggio tra le basi Nasa abbandonate.
Spazio, ultima frontiera. Così cominciava Star Trek nel lontano 1966: il futuro del viaggio spaziale sembrava sconfinato, e di li a soli tre anni l’uomo avrebbe messo piede sulla luna. Da quell’epoca le cose hanno rallentato, e per quanto siamo andati avanti a esplorare le stelle non abbiamo mai raggiunto un risultato simile. Eppure, le stazioni e i veicoli si sono evoluti, i sistemi di lancio sono stati aggiornati, ed è tutto molto più scintillante e avveniristico di cinquant’anni fa.
Ma cosa succede alle attrezzature vecchie e superate che erano l’orgoglio della scienza dell’epoca? Vengono abbandonate.
Questa è l’idea dietro Abandoned in Place: Preserving America’s Space History. Il libro dell’università del New Mexico esplora le basi Nasa abbandonate in un viaggio attraverso la storia. Storia di uomini coraggiosi, di ingegneri geniali e della tecnologia più all’avanguardia che il genere umano abbia mai prodotto. Ma ormai quell’energia è superata: oggi il vostro cellulare è svariate volte più potente di tutti i computer utilizzati per arrivare sulla luna.
I fantasmi sono l’ultima cosa che resta nelle basi Nasa abbandonate. Alcune sono ancora mantenute dall’esercito, altre sono semplicemente state costruite con materiali così resistenti che è quasi impossibile abbatterle. Alla fine gli ingegneri hanno scoperto che se costruisci degli edifici per resistere alla spinta di un razzo, poi tirarli giù diventa complicato. E allora restano li, a custodire il passato glorioso dell’industria spaziale americana.