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Vichinghi: il popolo con la dieta più ricca del Medioevo

Vichinghi

I Vichinghi avevano la dieta più ricca, variegata e migliore di tutti i popoli europei del Medioevo. Assumevano carne, pesce, formaggio, frutta, verdura e bevevano molta birra.

Cosa mangiavano i Vichinghi

Balena-Spiaggiata

L’affascinante popolo dei Vichinghi è risultato avere una dieta più ricca, variegata e migliore rispetto agli altri popoli europei del Medioevo. Essi si cibavano frequentemente delle carni di animali allevati da loro oppure selvatici, pollame, pesce, balene – che venivano uccise con delle frecce avvelenate -, buoi, maiali, capre, pecore, cavalli e altri tipi bestiame da allevamento – dal quale tra l’altro producevano il formaggio -, cinghiali, alci e scoiattoli; come frutta, mangiavano per esempio prugne, prugnoli e mele; come verdure, invece, i ravanelli, i piselli, i fagioli, le fave, i cavoli, il sedano, gli spinaci, la pastinaca – una particolare pianta -, le rape, le carote, le cipolle, i funghi, le alghe e i porri. Facevano anche un grande uso di cereali tipo la segale, l’orzo e l’avena, che spesso venivano utilizzati per produrre la birra.

Alimentazione-Vichinghi-1

Cosa usavano per insaporire il cibo

I Vichinghi utilizzavano anche spezie ed altro per insaporire i cibi. A Dublino, per esempio, impiegavano finocchi, senape nera e semi di papavero, mentre in Norvegia il rafano, la senape, il cumino, l’aglio, le bacche di ginepro, la maggiorana, il timo, la menta, il prezzemolo e il levistico o sedano di monte. Inoltre importavano alloro, semi di anice, cannella, noce moscata, chiodi di garofano, cardamomo, zenzero, zafferano e pepe.

Come si è scoperto

Gli studiosi hanno scoperto cosa mangiassero i Vichinghi, soprattutto analizzando le fosse biologiche, dalle quali è emerso che questo popolo nordico soffriva particolarmente di parassiti intestinali tipo vermi e talvolta assumeva erbe che si rivelavano tossiche.

L’orario dei pasti

I Vichinghi facevano due pasti al giorno: il primo era il “pasto del giorno” (dagmàl), consumato tra le 8 e le 10 del mattino, circa due ore dopo aver cominciato a lavorare, magari nei campi, poi il “pasto della sera” (nàttmàl), tra le 19 e le 20.

Conclusione

Abbiamo dunque scoperto almeno in parte che i Vichinghi erano molto più che un popolo “primitivo” e barbaro i cui uomini indossavano in battaglia – o in danze rituali? – elmi con le corna. Tra l’altro, in realtà, questo è più uno stereotipo che un’usanza reale di questa popolazione del Nord Europa, uno stereotipo diffuso a seguito della famosa opera l’Anello del Nibelungo di Richard Wagner e durante il Romanticismo in Svezia. Sono davvero pochi gli elmi cornuti vichinghi che sono venuti alla luce e poche le testimonianze iconografiche di questi: soltanto alcune piastre metalliche e un arazzo rinvenuto nella nave di Oseberg (in norvegese Osebergfunnet), tipica nave vichinga, probabilmente precedente al IX secolo, la cui scoperta contribuì a quella già citata dei molti alimenti usati da questo popolo per insaporire i cibi in Norvegia. Rinvenuta dagli archeologi Gabriel Gustafson (8 agosto 1853, Viby, Svezia – 16 aprile 1915, Oslo) e Haakon Shetelig (25 giugno 1877, Oslo – 22 luglio, Bergen, Norvegia) tra il 1904 e il 1905, l’imbarcazione è considerata come uno dei più significativi ritrovamenti di epoca vichinga e si trova oggi esposta al Museo delle navi vichinghe di Oslo con alcuni oggetti trovati sempre nella località di Oseborg e risalenti a quel periodo.