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Caso Orlandi, il fratello Pietro: le tombe vaticane sono vuote

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Roma, 11 lug. (askanews) - Ennesima sopresa sul caso di Emanuela Orlandi, la ragazza misteriosamente scomparsa a Roma nel 1983: le tombe di due principesse riaperte al cimitero Teutonico in Vaticano sono risultate vuote. A dare l'annuncio il fratello Pietro Orlandi, che da 36 anni ricerca la ve...

Roma, 11 lug. (askanews) – Ennesima sopresa sul caso di Emanuela Orlandi, la ragazza misteriosamente scomparsa a Roma nel 1983: le tombe di due principesse riaperte al cimitero Teutonico in Vaticano sono risultate vuote. A dare l’annuncio il fratello Pietro Orlandi, che da 36 anni ricerca la verità sulla sorella.

“Questa è la cosa un po’ inquietante. Sono state aperte le due tombe. È stata aperta la prima, è stato scavato, perché c’era una lastra a terra, pensando di trovare la tomba, invece hanno trovato un’apertura, sono entrati, c’era una stanza di circa 3 metri per 4. Era completamente vuota, non c’erano neanche le ossa della persona che doveva essere sepolta lì. Sono passati alla seconda tomba, che era un sarcofago, quindi più semplice, hanno alzato il coperchio e doveva esserci la tomba dell’altra principessa e non c’era neanche quella. Quindi in tutte e due le tombe non c’era nulla, non dico di Emanuela, ma di nessuna delle due principesse, che teoricamente dovevano essere sepolte lì. Queste sono risposte che dovranno dare loro, soprattutto dovranno darle ai famigliari di queste due persone”.

Ad essere riaperte la “Tomba dell’Angelo” – in cui doveva essere sepolta la principessa Sophie von Hohenlohe, morta nel 1836 – e quella attigua – nella quale si pensava fosse sepolta la principessa Carlotta Federica di Meclemburgo, morta nel 1840.

Le operazioni di riapertura durate circa 3 ore sono state disposte dalla magistratura vaticana per accertare che non contenessero, come ipotizzato dalla difesa della famiglia, i resti della ragazza.

“È la prima volta dopo 36 anni che accettano una collaborazione concreta, che è stata completamente negata. Il Vaticano non ha mai voluto collaborare con gli inquirenti, con la famiglia. Hanno sempre detto che era assurdo poter pensare anche minimamente che ci potessero essere responsabilità interne. Oggi il fatto di aprire queste tombe, vuol dire che anche il Vaticano comincia a capire che non può continuare con questo silenzio, con questa omertà”.

“Ad un certo punto qualcuno deve cedere. Io non farò mai un passo indietro, andrò sempre avanti finché non arriverò alla verità e a dare giustizia a Emanuela. Se qualcuno dovrà cedere dovranno essere quelle persone che sono a conoscenza di quello che è accaduto e oggi hanno mantenuto un silenzio e un’omertà, di personalità all’interno del Vaticano, e personalità all’interno dello Stato italiano”, ha concluso il fratello Pietro.