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Governo in stallo su Autonomia, per M5S cruciale il nodo scuola

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Roma, 11 lug. (askanews) - É stallo sull'Autonomia differenziata delle Regioni, chiesta per prima da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, uno dei punti del programma del governo gialloverde. Il Movimento 5 Stelle si è messo più volte di traverso alla riforma presieduta dalla ministra degli Af...

Roma, 11 lug. (askanews) – É stallo sull’Autonomia differenziata delle Regioni, chiesta per prima da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, uno dei punti del programma del governo gialloverde. Il Movimento 5 Stelle si è messo più volte di traverso alla riforma presieduta dalla ministra degli Affari regionali, la leghista Erika Stefani, che ha commentato: “Se qualcuno ha cambiato idea, basta che lo dica e non si va ulteriormente avanti”. Ma il nodo resta la scuola, tanto più dopo i dati sulle prove Invalsi che certificano le maggiori difficoltà degli studenti del Mezzogiorno.

Il leader della Lega, in una lunga diretta Facebook, ha commentato così la spaccatura nella maggioranza: “Questa è autonomia, andare avanti, crescere tutti insieme, ridurre la distanza fra Nord e Sud. Chi difende il vecchio, non fa un favore a nessuno, né a Verona, né a Lamezia Terme, né a Milano, né a Napoli. La gestione centralizzata favorisce gli sprechi, favorisce i furbetti da Nord a Sud”.

Nell’ennesimo vertice a Palazzo Chigi, fonti pentastellate hanno fatto sapere che “la Lega ha proposto di inserire le gabbie salariali, ovvero alzare gli stipendi al Nord e abbassarli al centro-Sud. Per il M5s è totalmente inaccettabile”. Il capo politico del Movimento, Luigi di Maio, ha confermato ai giornalisti che l’autonomia si è bloccata sulla regionalizzazione della scuola: “Per me l’autonomia non è il tema, il tema è che stamattina il tavolo si è bloccato sull’autonomia, sulla regionalizzazione della scuola, perché noi crediamo che un bambino in Italia non scelga in quale regione nascere e non è giusto che si dica perché una regione ha più soldi, quei bambini nascono lì, hanno più diritto all’istruzione di altri bambini che nascono in una regione dove ci sono meno soldi. I bambini non c’entrano niente nell’autonomia e noi dobbiamo garantire l’unità della scuola, come l’unità nazionale, ma per quanto mi riguarda l’autonomia si deve fare, ma ciò non significa che si deve fare male”.

In una conferenza stampa a Palazzo Chigi, sull’autonomia il premier Giuseppe Conte, ha annunciato: “Ho posto alcuni paletti, su quei paletti non si può transigere. Innanzitutto dobbiamo realizzare un disegno di autonomia differenziata con una singola regione che ce lo chiede, bene, benissimo. Dobbiamo però contemporaneamente ipotizzare che ce lo stiano chiedendo tutte contemporaneamente. Quindi, quello che io oggi concedo a una, devo poterlo concedere domani a un’altra, anche se non mi è arrivata la richiesta e attenzione siamo già a 8 richieste di autonomia differenziata”.

“Secondo paletto, lo ripeto e lo risottoscrivo qui, non consentirò mai che questo strumento di autonomia, legittimamente previsto dalla Costituzione, possa costituire lo strumento per allargare il divario tra alcune regioni più prospere e altre regioni meno prospere”.