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La storia dell'uomo scambiato per capo dei trafficanti di persone

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Palermo, 13 lug. (askanews) - Non è lui il capo di una delle più spietate organizzazioni internazionali di trafficanti d'uomini. È quanto stabilito dalla Corte d'Assise di Palermo che ha in questo modo scritto la parola "fine" alla drammatica vicenda di un eritreto, Medhanie Tesfamariam Bere, a...

Palermo, 13 lug. (askanews) – Non è lui il capo di una delle più spietate organizzazioni internazionali di trafficanti d’uomini. È quanto stabilito dalla Corte d’Assise di Palermo che ha in questo modo scritto la parola “fine” alla drammatica vicenda di un eritreto, Medhanie Tesfamariam Bere, arrestato nel 2016 in Sudan, ed estradato in Italia; per tre anni è stato sotto processo nel capoluogo siciliano, scambiato per Mered Medhanie Yedhego, reale capo del gruppo criminale.

Medhanie Tesfamariam Bere è comunque stato coinvolto nel traffico di migranti e condannato a 5 anni di reclusione per favoreggiamento, ma per lui i giudici palermitani hanno disposto la scarcerazione. Che l’imputato non fosse Mered lo aveva sempre sostenuto il legale di Medhanie, Michele Calantropo, il quale aveva chiesto anche l’esame del dna. Una tesi avvalorata dalla National Crime Agency britannica che aveva informato l’Italia del fatto che il vero capo dell organizzazione si trovava a piede libero a Khartoum, in Sudan.

Di contro, l’accusa sostenuta dai pm Gerry Ferrara e Claudio Camilleri aveva chiesto per l’eritreo la condanna a 14 anni di reclusione.