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Napoli, omicida evade da Poggioreale usando lenzuola annodate

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Napoli, 26 ago. (askanews) - Ha generato un comprensibile vespaio di polemiche l'evasione, in pieno stile cinematografico, dal carcere napoletano di Poggioreale di un cittadino polacco 32enne, detenuto per omicidio, fuggito usando lenzuala annodate, in barba alle telecamere di sicurezza e approfit...

Napoli, 26 ago. (askanews) – Ha generato un comprensibile vespaio di polemiche l’evasione, in pieno stile cinematografico, dal carcere napoletano di Poggioreale di un cittadino polacco 32enne, detenuto per omicidio, fuggito usando lenzuala annodate, in barba alle telecamere di sicurezza e approfittando di un vuoto nei turni di controllo che aveva abilmente studiato negli ultimi mesi. Si tratta della prima evasione dal carcere borbonico in 100 anni.

Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato di Polizia penitrenziaria Spp.

“L’allarme era stato lanciato, per quanto mi riguarda è da più di un anno che faccio conferenze per dire che il carcere Poggioreale è l’emblema del fallimento del sistema carcerario italiano – ha spiegato – non condivido la posizione degli altri sindacati, la carenza organica è uno dei problemi ma non è il problema delle carceri italiane. Il problema delle carceri italiane è il sistema che non funziona”.

L’evaso è Robert Lisowski. Era insieme a circa altri 300 detenuti, partecipava alla messa domenicale; si è allontanato dalla funzione prima che terminasse e usando una corda fatta con lenzuola ha scavalcato il muro di cinta. La polizia ha diffuso un identikit e sono scattate subito le ricerche.

Il carcere di Poggioreale è una solida struttura borbonica, e questa evasione – denunciano i rappresentanti degli agenti penitenziari – suona come una beffa perché da tempo era stata richiamata l’attenzione sul fatto che in cella ci sono 2.300 detenuti, quando la capienza massima è di 1.400 e solo 760 agenti in servizio, 70 per ogni turno.

“La falla è una mega-falla del sistema – ha continuato Di Giacomo – non è solo il carcere di Poggioreale che non ha le sentinelle, in cui non funzionano i sistemi elettronici e se uno va sul muro di cinta suona l’allarme, è un problema evidentemente generale”.

Nella struttura c’è stata anche un’ispezione già programmata da parte del parlamentare pentastellato Antonio Del Monaco e del consigliere regionale Luigi Cirillo, per prendere visione della reale condizione dei detenuti e degli operatori all’interno del carcere.

“Vogliamo rendercene conto – ha detto – per non fare solo una visita di cortesia per mettere a fuoco i problemi di questa struttura per poi dare i risvolti al Dap e al Ministero della Giustizia. È impossibile far finta di non vedere, ci sono dei seri problemi, le colpe vanno anche riviste ma è importante guardare avanti a eventuali provvedimenti. Se questa realtà deve esistere deve esistere con tutti i crismi”.