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Etica e business, nasce Ethos, Osservatorio sull'etica pubblica

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Roma, 1 ott. (askanews) - Esaminare le grandi questioni della società contemporanea, sempre più complessa, in una prospettiva etica. È l'obiettivo di Ethos, neonato osservatorio sull'etica pubblica, lanciato il primo ottobre a Villa Blanc, sede della Luiss Business School, a Roma. Tra i tanti ...

Roma, 1 ott. (askanews) – Esaminare le grandi questioni della società contemporanea, sempre più complessa, in una prospettiva etica. È l’obiettivo di Ethos, neonato osservatorio sull’etica pubblica, lanciato il primo ottobre a Villa Blanc, sede della Luiss Business School, a Roma.

Tra i tanti ospiti importanti chiamati a tenere a battesimo Ethos, anche la vice-ministra all’istruzione, università e ricerca, Anna Ascani, che alla Luiss sta svolgendo un corso di dottorato:

“Si tratta di un osservatorio importantissimo, perché cerca di rimettere l’etica al centro del dibattito pubblico, spesso se ne parla in termini sbrigativi, si parla di come reintrodurre un senso etico nella nostra società fatta spesso di tifosi, di linguaggi violenti, cattivi, l’etica che torna al centro del dibattito pubblico sfida anche la politica e anche per questo per me è un piacere essere qui”.

L’ideatore di Ethos, il filosofo e accademico Sebastiano Maffettoni, che per contrastare il calo di fiducia dei cittadini nei confronti di politica, media, giustizia e banche, suggerisce:

“Ci vorrebbe Superman per riuscirci, quello non sono io. Però siamo molti, siamo coerenti tra di noi, abbiamo idee molto simili. Crediamo che l’etica pubblica possa essere un oggetto di studio, ma anche di pratica, che aiuti a recuperare capitale sociale, senza capitale sociale non si crede nella politica, non si crede nei giornali, non si crede nella televisione, non si crede negli altri, non si può lavorare, non si può vivere bene”.

Ethos prevede eventi, programmi di formazione e attività di ricerca articolate in 4 macro aree:

“La prima è la Business Ethics, il mondo del lavoro e della produzione dal punto di vista etico, la seconda è il Digitale, la terza è l’Arte contemporanea che merita una riflession etica glielo assicuro, poi la Bioetica, uno nostro tema classico, studiando la dipendenza e la disabilità e così via”, ha spiegato ancora Maffettoni, giurando di non essersi ispirato a nessun modello estero. “Noi siamo i primi e i più bravi”, ha ironizzato.

Tra i super ospiti, oltre al giudice emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese, l’ex ministro Claudio de Vincenti, il direttore della Luiss Giovanni Lo Storto, Luciano Violante, ex magistrato ed ex presidente della Camera dei deputati:

“Credo che bisogna valorizzare la funzione delle comunità, senza comunità non c’è etica e perché le comunità si sono dissolte in questo momento”, ha affermato.

“Essere etici non significa essere più buoni, ma più bravi a fare quello che facciamo”, è il consiglio che il direttore della Luiss Business School, Paolo Boccardelli, dà ai suoi studenti-futuri manager:

“L’etica, la responsabilità, la sostenibilità, non sono una ciliegina sulla torta, non sono qualcosa da far vedere, inquino da una parte e poi finanzio una comunità in Africa, non è questa l’etica e la responsabilità e la sostenibilità. Noi crediamo che l’etica sia come il rum del babà, deve essere qualcosa che dà sapore, che dà sostanza nuova a quella pasta che è il rum e che in qualche modo diventa il dolce straordinario che noi conosciamo. Tutte le organizzazioni senza l’etica, senza la responsabilità e la sostenibilità non possono diventare un dolce straordinario come il babà”.