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La proprietà intellettuale in Italia vale il 47% del PIL

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Milano, 9 ott. (askanews) - Il flusso di merci false in entrata in Europa, secondo i dati OCSE vale 121 miliardi. La proprietà intellettuale è dunque un patrimonio di tutti che va tutelato: i motivi li ha spiegati Mario Peserico, presidente di INDICAM, l'associazione di riferimento per la tutela...

Milano, 9 ott. (askanews) – Il flusso di merci false in entrata in Europa, secondo i dati OCSE vale 121 miliardi. La proprietà intellettuale è dunque un patrimonio di tutti che va tutelato: i motivi li ha spiegati Mario Peserico, presidente di INDICAM, l’associazione di riferimento per la tutela della proprietà intellettuale al Forum INDICAM 2019.

“La contraffazione in Italia e in Europa vale il 5% delle importazioni quindi è un valore colossale, è il doppio di altri mercati anche perchè l’Europa è la fonte dei marchi e dove i marchi vengono più copiati”.

Un recente Studio dell’European Union Intellectual Property Office dimostra come in Italia la proprietà intellettuale pesi il 47% del PIL, superiore alla media Europea del 45%, con il 31,5% degli addetti totali. Per questo è fondamentale fare fronte comune contro la contraffazione.

“La strategia principale è che ci sia univocità di obiettivi, quello della lotta alla contraffazione non può essere un tema non trasversale, non ci può essere partito politico o governo che la pensi diversamente. La contraffazione causa dei danni colossali alle nostre imprese”.

L’industria del falso, che viene veicolata sempre più spesso attraverso il web, non ha confini, colpisce praticamente tutti i settori produttivi, e rappresenta un danno davvero importante per il made in Italy.

“Parliamo di giocattoli, un aspetto importantissimo perchè legato alla salute dei bambini, orologi, occhiali accessori moda, sono gli aspetti più colpiti oltre all’alimentare e al farmaceutico che hanno delle ripercussioni sulla salute del consumatore cosciente o incosciente di quello che sta consumando”.

Un esempio del danno che la contraffazione provoca, lo offre un settore delicato come quello del tabacco come spiega Gian Luigi Cervesato Ad di JTI Italia.

“Se parliamo di Italia, sono il 6% sul consumo totale e parliamo di 3,5 miliardi di sigarette all’anno e un impatto sul gettito dello Stato di 700 milioni di euro all’anno”.

Uno dei punti cruciali è la vendita di prodotti online, perchè la direttiva che la regolamenta è vecchia e inadeguata.

“Non è pensabile che chi ospita su una piattaforma un prodotto non ne sia responsabile, quando io vengo tracciato perchè se digito la parola sneakers vengo seguito per secoli”.