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Il metodo Machiavelli, manuale del buon consigliere politico

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Roma, 10 ott. (askanews) - Antonio Funiciello, giornalista e scrittore, presenta negli studi di askanews il libro "Il metodo Machiavelli, il leader e i suoi consiglieri, come servire il potere e salvarsi l'anima" edito da Rizzoli e di cui è autore. Funiciello, a capo dello staff di Paolo Gentilon...

Roma, 10 ott. (askanews) – Antonio Funiciello, giornalista e scrittore, presenta negli studi di askanews il libro “Il metodo Machiavelli, il leader e i suoi consiglieri, come servire il potere e salvarsi l’anima” edito da Rizzoli e di cui è autore. Funiciello, a capo dello staff di Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi, prova a sintetizzare doti e caratteristiche del buon consigliere, in un viaggio all’interno dei palazzi e delle storie del potere, non solo in Italia.

“Proviamo a raccontare il lavoro del consigliere politico, e quindi anche a raccontare i leader da un altro punto di vista, quello di chi lavora con loro. Gettando luce su un ambito che è poco conosciuto, molto da addetti ai lavori, che sanno che ci sono delle persone negli entourage delle leadership che sono essenziali per la preparazione delle decisioni politiche che i leader assumono. Raccontando anche come funziona la nostra democrazia, descrivendo da questa angolatura la formazione della decisione politica. E non c’è dubbio che raccontando come si fa questo lavoro, sulla base della mia esperienza e di quella di altri consiglieri politici, americani e italiani, i secondi intervistati ed i primi di cui ho letto i libri, prova a raccontare attraverso il loro lavoro la leadership e i leader anche nelle loro debolezze e nelle loro grandezze, anche nella loro umanità”.

Un libro che ha un percorso, nell’analisi del rapporto dei leader con i loro staff, che parte dagli Apostoli:

“Volevo partire da una suggestione per afferrare subito l’attenzione del lettore. Non c’è dubbio che i dodici apostoli, come dice la parola greca, sono gli “inviati”. Però sono inviati dopo il sacrificio, la morte di Gesù. Prima, nei tre anni di predicazione, lavorano con Gesù e lo aiutano, organizzano la sua predicazione. E’ stato calcolato che Gesù abbia percorso in quei tre anni più di 6 mila chilometri a piedi, in lungo e in largo per la Palestina. Organizzare, questa lunga predicazione, capire dove si dorme la notte passando da una città ad un’altra. Una organizzazione essenziale per la buona riuscita della predicazione, e Gesù sceglie 12 persone ricavandole da vari strati sociali, non sono tutti amici suoi, alcuni non li conosce nemmeno. Sono pescatori, piccoli imprenditori, contadini, un esattore delle tasse, un militante politico zelota. Questo perchè vuole avere intorno a sè un piccolo microcosmo che rifletta la realtà sociale alla quale lui si sta rivolgendo, è una grande intuizione, quella di Gesù, di costruire intorno a sè un piccolo microcosmo del mondo di allora. In fondo i buoni staff funzionano così, ed hanno funzionato così per i successivi 2000 anni.

Nel libro sono ricordati sia leader sia loro consiglieri: “Parlo molto di bracci destri americani, britannici, soprattutto però statunitensi perchè quasi tutti quelli che fanno questo lavoro e poi escono dalla Casa Bianca scrivono un libro. Se ne ricavano molti spunti, aneddoti, ma anche ipotesi su come si fa questo lavoro. Però sono andato ad intervistare cinque bracci destri di presidenti del Consiglio italiani, Luigi Zanda che è stato a Palazzo Chigi con Francesco Cossiga, il professor Giuliano Amato, che è stato presidente del Consiglio due volte ma è stato anche il braccio destro di Craxi, e poi Gianni Letta, Arturo Parisi con il suo ruolo con Prodi. Infine Claudio Velardi che era accanto a Massimo D’Alema. Ho ricavato esperienze politiche molto affini a quelle dei bracci destri americani di cui avevo letto i libri”.

E si arriva così al metodo Machiavelli: “In realtà pochi ricordano che Machiavelli era un consigliere politico, non decideva nulla. Per 14 anni è stato, di fatto, un braccio destro del capo dello stato della Repubblica Fiorentina Pier Soderini, e dei vari eletti nelle cariche di governo della Repubblica”.

Uno sguardo allora su che luogo di potere è Palazzo Chigi: “Palazzo Chigi è un luogo molto snello, a differenza delle cancellerie europee, tralasciando i paesi presidenziali. Più snello sicuramente della cancelleria tedesca o di Downing Street. Quindi anche più fragile, cosa che è la sua debolezza ma anche la sua forza. La capacità del presidente del Consiglio di dotarsi di uomini e di competenze è inferiore a quella di altri premier. A volte però essere snelli ed agili consente di muoversi con più velocità. Comunque suggerirei di rafforzare Palazzo Chigi anche dal punto di vista costituzionale, parliamo ad esempio di un capo di governo che non può scegliersi i suoi ministri e non può licenziare un ministro. Con una ridotta possibilità di scelta dei suoi collaboratori. Basti ricordare che il ministro dell’Economia ha sette o otto volte le persone che lavorano con il presidente del Consiglio. Ma, ripeto, essere snelli significa anche essere veloci, ed in alcuni casi è stato un vantaggio”.