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Glicemia, sì ai device di automonitoraggio ma con delle regole

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Roma, 23 ott. (askanews) - Nuovi strumenti di automonitoraggio della glicemia sempre più "friendly" e a misura dei nativi digitali, tecnologie più piccole e performanti che facilitano la vita dei pazienti affetti da diabete. Ma il loro corretto uso necessita regole ancora da scrivere. Ecco perch...

Roma, 23 ott. (askanews) – Nuovi strumenti di automonitoraggio della glicemia sempre più “friendly” e a misura dei nativi digitali, tecnologie più piccole e performanti che facilitano la vita dei pazienti affetti da diabete. Ma il loro corretto uso necessita regole ancora da scrivere. Ecco perché la Società Italiana di Diabetologia (SID) ha redatto un documento di consenso su questi nuovi strumenti intelligenti di automonitoraggio per analizzarne i pro e i contro.

Il professor Francesco Purrello, presidente della Società Italiana di Diabetologia. “E’ un documento che sta analizzando quali sono i vantaggi e ancora qualche punto da chiarire meglio di queste tecnologie che stanno avanzando in maniera veramente impetuosa nell’ambito del controllo della glicemia nel paziente con diabete”.

Ci troviamo di fronte a un cambiamento epocale che va però governato, come ha sottolineato il professor Purrello: “Si tratta di una declinazione completamente differente che arriverà a mettere in discussione alcuni nostri tabù, noi eravamo e lo siamo ancora con l’emoglobina glicata come parametro fondamentale per stabilire se un paziente è in buon controllo oppure no. Ora potendo guardare in maniera continua si passa ad un’altra cosa, si chiama time ranging il tempo in cui il paziente passa la giornata dentro un determinato range che il suo diabetologo ha stabilito è veramente un cambio epocale.

L’uso di questi nuovi device di automonitoraggio della glicemia danno benifici sia alle persone che li usano sia al medico diabetologo che segue i pazienti. La professoressa Simona Frontoni, direttore UOC Endocrinologia, Diabetologia e Malattie Metaboliche Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina: “Danno un contributo sostanzioso sicuramente al paziente per la qualità di vita e per la non necessità di pungersi troppo e quindi la facilità di acquisire il dato. Danno sicuramente un grande contributo sempre al paziente perché essendo dotati di frecce di tendenza permettono al paziente di poter prendere decisioni che in qualche modo tengono conto dell’anticipazione di ciò che avverrà, quindi ad esempio evitare l’ipoglicemia e poi sono sicuramente di supporto a noi diabetologi nell’interpretazione del dato”.

Fondamentale, secondo i diabetologi, evitare il fai da te del paziente. Il professor Agostino Consoli, presidente eletto della Società Italiana di Diabetologia dà alcuni consigli a coloro che utilizzano questi nuovi strumenti di automonitoraggio della glicemia. “Il consiglio è quello di sapere che misurare non vuol dire controllare. Quindi il sistema sicuramente aiuta a prendere decisioni e aiuta a mantenersi in sicurezza ma non sostituisce la necessità da parte del soggetto stesso di somministrarsi le giuste quantità di insulina al momento opportuno”.