> > Per Mosca più spiragli per ripartire con Kiev e anche con l'Ue

Per Mosca più spiragli per ripartire con Kiev e anche con l'Ue

featured 1067448

Mosca, 2 nov. (askanews) - La situazione tra la Russia e l'Ucraina con la venuta di Volodomyr Zelensky, presidente ucraino, è cambiata realmente e Mosca non lo nasconde. Ultimo in ordine di tempo a sottolinearlo senza misteri è stato Sergey Lavrov in una conferenza stampa congiunta a Mosca con i...

Mosca, 2 nov. (askanews) – La situazione tra la Russia e l’Ucraina con la venuta di Volodomyr Zelensky, presidente ucraino, è cambiata realmente e Mosca non lo nasconde. Ultimo in ordine di tempo a sottolinearlo senza misteri è stato Sergey Lavrov in una conferenza stampa congiunta a Mosca con il segretario generale dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) Thomas Greminger. Il ministro degli Esteri russo non ha mancato di sottolineare il mutamento da quando c’era Petro Poroshenko in sella a Kiev ad adesso. “Noi ci dirigiamo verso la direzione giusta” ha dichiarato Lavrov, senza tuttavia dimenticare che i punti critici sono ancora fin troppi e che la statistica su chi inizia le provocazioni “non è a favore delle forze ucraine”. E le parole del ministro impongono una riflessione.

Il plauso in direzione di Zelensky era già arrivato dal Cremlino. All’inizio di ottobre Vladimir Putin aveva detto chiaramente che il collega ucraino “vuole risolvere il conflitto nel Donbass” e “se lo farà, si confermerà un politico onesto e coraggioso”. Ma la parte complessa oggi più che mai appare una soluzione per il Sud-Est ucraino, che se ha ragione Putin quando dice che “la gente la chiede”, tuttavia nella pratica sembra molto difficile da realizzare.

Sicuramente servono spazi di riflessione e momenti di confronto. L’incontro Lavrov – Greminger, ad esempio, è durato per oltre un’ora e mezza, in una Mosca già congelata da un inverno improvviso e paradossalmente inatteso, eppure i rapporti con l’ex repubblica sorella sembrano quasi sognare una nuova primavera. Non soltanto per raddrizzare quel ponte storico con Kiev rotto dal 2014, ma anche per ristabilire le relazioni con la Ue, deteriorate a lungo, in primis a causa della crisi ucraina e dei complessi legami tra la Russia e i Paesi dell’ex patto di Varsavia.