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Una monografia su Y.Z. Kami: un ritratto è sempre un autoritratto

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Milano, 18 nov. (askanews) - Trent'anni di carriera in un libro ricco di straordinari ritratti: Skira e Gagosian hanno scelto di celebrare con un importante volume monografico la carriera di Y.Z. Kami, pittore americano di origine iraniana, tra i protagonisti della scena internazionale. Lo abbiamo...

Milano, 18 nov. (askanews) – Trent’anni di carriera in un libro ricco di straordinari ritratti: Skira e Gagosian hanno scelto di celebrare con un importante volume monografico la carriera di Y.Z. Kami, pittore americano di origine iraniana, tra i protagonisti della scena internazionale. Lo abbiamo incontrato nella storica Libreria Bocca di Milano.

“Un ritratto – ha spiegato l’artista ad askanews – è sempre un autoritratto, non importa chi è il soggetto, ma il pittore sta sempre dipingendo se stesso. Può essere un ritratto in qualche modo profondo, oppure immediato, in ogni caso è un autoritratto”.

Il libro ripercorre l’intera carriera di Kami, dal 1985 al 2018 e documenta soprattutto, ma non solo, i ritratti sfocati che lo hanno reso iconico e celebre, opere nelle quali la forza della pittura continua a manifestarsi con un’evidenza che riusciamo solo a definire totale.

“Dopo questo libro, per coincidenza – ha aggiunto l’artista – ho cominciato a lavorare a una serie di dipinti che sono molto nuovi, molto diversi. Li presenterò per la prima volta proprio in Italia, a Roma da Gagosian. In qualche modo la pubblicazione di questo libro in questo momento era davvero perfetta per me, perché coincide con un nuovo inizio”.

In attesa della mostra romana a inizio 2020, resta la sensazione che il libro in qualche modo abbia tracciato un bilancio di una carriera artistica e, in parte anche di una vita. Per questo abbiamo chiesto a Y.Z.Kami se sfogliandolo non provasse anche una sorta di paura o di ansia, nel mettersi a confronto con il suo passato.

“No – ci ha risposto – il libro non mi mette paura, in certi casi provo disappunto per dei lavori che avrebbero potuto essere fatti meglio a volte invece trovo delle belle sorprese, come opere che non vedevo da tanto tempo e che mi piacciono. E’ un misto di fastidio e sorprese positive”.