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L'industria farmaceutica italiana investe 1 mld di euro all'anno

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Roma, 19 nov. (askanews) - L'industria farmaceutica italiana come volano per la crescita dell'Italia e dell'Europa. L'Italia infatti è il primo produttore nell'Ue davanti alla Germania, con oltre 321 miliardi di euro per produzione di farmaci. I dati sono stati presentati al convegno "Il ruolo so...

Roma, 19 nov. (askanews) – L’industria farmaceutica italiana come volano per la crescita dell’Italia e dell’Europa. L’Italia infatti è il primo produttore nell’Ue davanti alla Germania, con oltre 321 miliardi di euro per produzione di farmaci. I dati sono stati presentati al convegno “Il ruolo sociale dell’industria farmaceutica italiana. Ricerca scientifica, innovazione, sviluppo e occupazione”, promosso dalle 13 aziende di medio grandi dimensioni a capitale italiano (Fab13), aderenti a Farmindustria (Dompè, Menarini, Molteni, Zambon, Abiogen Pharma, Angelini, Recordati, Chiesi, Italfarmaco, Mediolanum, I.B.N Savio, Kedrion e AlfaSigma).

Le 13 – che ogni anno investono in Italia un miliardo di euro – non chiedono aiuti di Stato, ma solo la stabilità delle regole al fine di mantenere in Italia la produzione e continuare a garantire occupazione e sviluppo come fatto fino ad oggi. I ricavi di queste aziende continuano nel trend di crescita di circa 11,6 miliardi nel 2018: un giro d’affari che assorbe 43mila addetti, cresciuti a livello globale di 1.400 unità in un anno.

Le industrie farmaceutiche chiedono regole certe: Lucia Aleotti, azionista e membro del CdA del Gruppo Menarini. “Ogni volta che si avvicina la fine dell’anno si sente parlare di nuovi interventi, una volta sui prezzi, una volta sulle rimborsabilità, una volta sui tetti. Noi abbiamo bisogno di avere una stabilità che porti la governance del settore in una situazione più equilibrata, anche per mantenere fede alla parte di patto siglato con le Regioni che vedeva impegni economici da parte del settore farmaceutico molto importanti ma anche degli impegni della parte regionale”.

Numeri rilevanti riguardano anche le esportazioni di medicinali, che nel 2018 hanno toccato i 25,9 miliardi di euro (+4,7% rispetto al 2017). La prospettiva per il 2019 è positiva, come confermano i dati del primo semestre, che indicano un aumento da 12,6 dello stesso periodo del 2018 a 16,1 miliardi. La farmaceutica è uno degli asset più importanti nell economia italiana e presidia molto bene i mercati internazionali.

Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute, ha sottolineato come la manovra, per la prima volta, tenga in considerazione la voce salute e benessere. “Questa manovra, per la prima volta, mostra che abbiamo preso sul serio l’articolo 32 della Costituzione che ci insegna che c’è il diritto alla salute, perché questo diritto va tutelato nei fatti, sennò restano solo parole declamate e questo fa male a tutti, perché questa manovra per la prima volta, alla voce salute e benessere, inverte i numeri: non si parla più di tagli, di riduzione, ma di abolizione del superticket, 10 euro per ogni ricetta, e di due miliardi in più nel fondo sanitario nazionale e 2 miliardi in più che andranno all’edilizia ospedaliera e al rinnovo delle tecnologie”.

Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, ha sottolineato il ruolo dei sindacati: “Le industrie farmaceutiche in Italia rappresentano una bella realtà produttiva. C’è però un rischio complessivo, di un paese che non sempre è coerente, che non sempre ha regole precise, che non mantiene queste regole nel tempo; questo è forse l’allarme più grande”.