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Con investimenti Esg private banker puntano a soldi nei materassi

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Milano, 21 nov. (askanews) - Se è vero che chi ha in tasca un borsellino gonfio è sempre più sensibile ai temi della sostenibilità, allora tocca ai gestori dei grandi patrimoni privati, i private banker, far capire ai loro clienti che investire in imprese attente all'ambiente, alla responsabil...

Milano, 21 nov. (askanews) – Se è vero che chi ha in tasca un borsellino gonfio è sempre più sensibile ai temi della sostenibilità, allora tocca ai gestori dei grandi patrimoni privati, i private banker, far capire ai loro clienti che investire in imprese attente all’ambiente, alla responsabilità sociale, all’inclusione e alla governance conviene. Ne è convinta Anna Gervasoni, presidente del comitato scientifico Osservatorio Private Banking dell’università Liuc, che durante un convegno organizzato a Milano con Banca Generali ha sottolineato il potenziale beneficio reciproco di questo connubio tra private banking e investimenti sostenibili.

“Oggi in Italia, ma anche in Europa – ha detto Anna Gervasoni, presidente del comitato scientifico Osservatorio Private Banking della Liuc – c’è un bacino enorme di liquidità sui conti correnti che non viene investita, spesso per paura, e il ruolo del private banker dovrebbe essere quello di spiegare che si può investire migliorando il contesto, il proprio Paese, speriamo l’Italia, e anche facendo qualche soldo, quindi non è male”.

Si tratta infatti di investimenti che prevedono un profilo di rischio basso di default, ma questo non significa pregiudicare i rendimenti.

“Gli investimenti Esg, cioè quelli che operano nell’ambito dell’environmental, del social e del governance – ha spiegato Andrea Ragaini, vice direttore generale Wealth Management Mercati e Prodotti Banca Generali – intercettano dei rischi che puri parametri finanziari non evidenziano. Pensiamo al caso Volkswagen, al caso Enron e tanti altri che ci hanno accompagnato negli ultimi anni in modo non positivo. Quindi la rischiosità implicita di questi investimenti è più bassa rispetto a quella solamente valutata su parametri finanziari e conseguentemente, visto che il rendimento è sempre in funzione del rischio e dell’orizzonte temporale, il binomio rischio-rendimento migliora”.

In questo contesto l’Osservatorio prevede che sarà sempre più rilevante per gli operatori dotarsi di vere e proprie “patenti Esg”, che effettuino una sostanziale distinzione tra operatori che integrano totalmente i concetti di sostenibilità al proprio interno e nei prodotti proposti ed operatori che utilizzano il tema della sostenibilità unicamente come leva di marketing.