> > Oro fuori dal tempo: antico e contemporaneo in mostra da Salamon

Oro fuori dal tempo: antico e contemporaneo in mostra da Salamon

featured 1072809

Milano, 22 nov. (askanews) - Una mostra che unisce la pittura trecentesca all'arte contemporanea nel segno dell'oro, passando attraverso la straordinaria mediazione della grande modernità di un Lucio Fontana e, soprattutto, attraverso la passione di un collezionista e antiquario. Nella galleria S...

Milano, 22 nov. (askanews) – Una mostra che unisce la pittura trecentesca all’arte contemporanea nel segno dell’oro, passando attraverso la straordinaria mediazione della grande modernità di un Lucio Fontana e, soprattutto, attraverso la passione di un collezionista e antiquario. Nella galleria Salamon di Milano è allestita “Oro, 1320-2020”, che ci è stata presentata proprio da Matteo Salamon, padrone di casa.

“Io credo – ha detto ad askanews – che questa mostra illustri più di tante parole che l’oro è un materiale inalterabile ed eterno. Se noi guardiamo i quadri primitivi in questa mostra, il dipinto di Lucio Fontana e i lavori dei due artisti contemporanei, ci rendiamo conto che l’oro in settecento anni non è cambiato”.

Uso e significato dell’oro si intrecciano tanto nei lavori antichi quanto in quelli attuali, che i due artisti, lo scultore Paolo Londero e il pittore Maurizio Bottoni hanno saputo anche adagiare all’interno dello spazio espositivo che diventa a sua volta strumento di narrazione di un racconto che, in fondo, è circolare. Così come lo sono i rimandi culturali che sostengono il lavoro di Bottoni.

“Siccome per gli antichi il fondo oro era comunque la simbologia del divino e dello spirituale – ci ha spiegato il pittore – io rimango convinto che ogni forma della natura, dalla più semplice, come un coleottero, una farfalla, ma anche un filo d’erba, abbia bisogno di essere in qualche modo spiritualizzata, perché siamo tutt’uno nel mondo, noi siamo importanti come uomini, ma anche l’ultimo dei fili d’erba ha importanza. E l’oro era il modo per non lasciare nessun soggetto nella sua singola solitudine, e quindi per spiritualizzarlo”.

Aggirandosi per la mostra, capace di offrire emozioni sottili, sospese in un’epoca indefinibile, ma presente, si avverte la forza di un materiale, certo, ma insieme a questa anche la trasversalità temporale dell’arte e la sensazione che, in certi fortunati frangenti, il Tempo sia una sorta di invenzione, che gli artisti sono riusciti a fermare.